politica

Il futuro dei dem a Genova
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 Alberto Pandolfo, ingegnere e consigliere comunale, stretto collaboratore del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, si prepara per diventare il segretario del Pd genovese. Incarico tremendamente difficile perché dovrà intanto gestire la formazione delle liste elettorali e insieme tentare di reinventare un Pd che abbia ancora ragione di essere nella città dove la sinistra ha comandato (bene e male, anche molto male) per quasi quarant’anni prima di essere punita a ripetizione dagli elettori.



Avrà probabilmente un’opposizione interna, che generalmente è la prova della salute di un partito e non un motivo di rottura di palle. Certo, dipende dal tipo di minoranza che si costruisce. Ebbene, Pandolfo parte in mezzo a un dibattito non tanto triste che c’è di peggio nella vita, ma marziano o lunare come preferite. Si discute di correnti, sottocorrenti, appoggi più o meno sinceri, sgambetti, faide, amicizie, nel generale disinteresse della popolazione che , invece a Genova vorrebbe sapere e capire quale sarebbe il modello di città che vuole il Pd e per il quale è pronto a fare una vivace opposizione alla “vision” di Marco Bucci.


Insomma, in parole povere, quale sarà l’opposizione del Pd a Palazzo Tursi, obbiettivo che deve partire da un’idea di città che gli elettori del Pd e quelli che sarebbero disponibili a votarlo vorrebbero finalmente conoscere.


Per esempio rispondendo a qualche domandina:

1) Va bene al Pd l’ipotesi di nuovo waterfront di levante? 2) Va bene una Amt in mano pubblica? 3) Va bene l’ospedale del Ponente a Erzelli realizzato dai privati visto che il pubblico non ha una lira? 4) Che cosa propone il Pd per lo smaltimento dei rifiuti? 5) Per la sicurezza? 6) Per l’enorme carico fiscale locale? 7) Per la sistemazione del mercato del pesce, per quello di corso Sardegna? 8) Per la viabilità in Valbisagno? 9) Va bene al Pd una burocrazia che richiede anche 22 permessi per cominciare una attività?


Certo se aspettiamo che siano d’accordo le correnti di orlandiani, neo renziani, pinottiani, franceschiniani, rossettiani, regazzoniani, ferrandiani di Crevari, lodisti, nostalgici, liberisti, ultramorandiani, tulliani d’antan, bassisti lettiani, berniniani, pericuiusti, albarini salottieri, catto-castellettiani, curiali ecc., Bucci e i suoi hanno campo libero per fare manbassa anche di consensi.


La politica dove è? E pensare che le richieste di iscrizione alla prestigiosa Scuola delle Politiche di Enrico Letta (scuola trasversale cioè non di soli Pd) che comincerà fra poco anche a Genova dopo Roma e Milano, sono state duecento. Duecento avete capito bene! Contro quaranta posti. Un clamoroso successo duecento laureati per lo più abbastanza secchioni e intelligenti che vogliono studiare Politica. Probabilmente verranno raddoppiati i posti e questo per Genova che respinge i giovani e coccola gli ultraottantenni è un magnifico segnale.


Ma se invece che di Politica nel partito si parlerà di giochetti, inciucetti, favoretti, appoggetti, sgambetti ahimé a votare saranno sempre meno e non dovremmo più fare finta di stupirci e allarmarci. E invece che alla Scuola delle Politiche sarà meglio iscriversi a quella di cucina vegana. Tanto per farsi del male…….