cronaca

L'80% degli italiani cerca informazioni della sua comunità
3 minuti e 52 secondi di lettura

In quattordici regioni italiane le televisioni locali rappresentano la prima o la seconda fonte di informazione dei cittadini. E’ quello che rivela un rapporto di Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni pubblicato pochi giorni fa  e quindi consultabile proprio sul suo sito.



L’analisi mette in forte evidenza quanto gli italiani chiedano di informazione dei loro territori
e quanto e come e con che gradimento questa informazione venga fornita dai diversi media, privati e pubblici, cioè dai quotidiani locali ai siti internet, ma soprattutto dalle televisioni, Tgr e emittenti private locali.

L’ambito locale ancora una volta ha una fortissima richiesta da parte del cittadino, motivato da un forte senso di appartenenza al territorio dove è nato o vive, in mezzo a una invasione di informazione globale.

Più dell’80 per cento degli italiani cercano notizie della comunità in cui vivono e lo fanno principalmente utilizzando i canali televisivi, le emittenti radio e i giornali locali o internet senza grandi distinzioni di tematiche: cronaca e sport sicuramente in primo piano ma anche molta politica. Purché strettamente locale.

L’Autorità ha ascoltato le opinioni di oltre 14 mila individui dai 14 anni di età in su per analizzare quali sono le dinamiche che spingono al consumo crescente di informazione locale. Tre quarti dei cittadini cerca notizie local, e la tv risulta essere la più ricercata fonte informativa nella maggior parte delle regioni italiane.

La tv locali in alcune regioni italiane tra cui la Liguria, sono la prima fonte di informazione. E il dato del nostro territorio è particolarmente significativo. Infatti se il quotidiano è al primo posto come fonte di informazione locale nella maggior parte del Nord Italia (Piemonte 42 per cento, Lombardia 38 per cento, Veneto 49 per cento, Emilia Romagna 42 per cento), la tv risulta la fonte prevalente e , scrive Agcom “ le Tv locali nel loro complesso rappresentano la fonte primaria in Toscana, col 59 per cento, Molise col 76 per cento Puglia con 60 per cento, Calabria col 44 per cento, Sicilia col 46 per cento, Sardegna col 68 per cento e la Liguria con il 55 per cento. Il che si spiega se si considera la presenza in queste regioni di editori televisivi di rilievo”.

In particolare i dati balzano ancora più in avanti nel momento che l’Autorità chiama di “shock” cioè in presenza di emergenze spesso drammatiche dove la tv locale, per la sua flessibilità, cioè la libertà di modificare qualsiasi palinsesto a vantaggio della notizia in diretta e senza limiti temporali, non ha praticamente concorrenza. Sempre chi si tratti di emittente di qualità e di vera informazione giornalistica, fatta da giornalisti professionisti.

Tutto questo conforta la faticosa battaglia di Primocanale nel riconoscimento alle emittenti locali private che fanno vera informazione e che hanno precisi requisiti del ruolo di “servizio pubblico”. Il consenso degli abitanti diventa la migliore e più sicura garanzia.

E non è solo un consenso dovuto a una alta presenza di utenti ultra sessantenni. Certo operare in territorio ad alta presenza di “anziani” aiuta l’informazione tradizionale (tv e giornali), ma il legame con la comunità, cioè le radici che non guardano la carta di identità. Il consenso in crescita riguarda anche i siti internet delle tv locali, quindi fasce di utenza di età decisamente più bassa e addirittura vicina al 14 anni, limite dell’indagine.

Nel mare magnum delle news, quell’ondata in crescita e spesso fuori controllo che i vecchi testi di giornalismo chiamavano “infopollution”cioè inquinamento da notizie, la ricerca del locale, del sotto casa, purché di qualità, cioè con le fonti verificate e possibilmente scritta in un italiano decente, è il motivo qualificante.


Che ci spinge a un miglioramento continuo, spesso ossessivo.  (Primocanale primo gruppo crossmediale italiano tra le emittenti locali, oltre 100 mila su Facebook e app con 50 mila iscritti), sia negli strumenti di comunicazione che nei contenuti. Di qui la scelta di un sito internet (in fase di ristrutturazione) senza facili accalappia likes (nudi, gossip, clamore) ma ancora di più indirizzato alla cronaca locale e alle opinioni, sia di nuovi mezzi come l’app per gli smartphone e le news letter (come il nostro Il Primo) in rapida crescita e, quindi, in altrettanto indispensabile sviluppo con l’arrivo dell’autunno.

Tv e sito soprattutto dal vivo, dove i cittadini fanno informazione dai loro territori, ma anche una sempre più forte “parte scritta” con nuovi prodotti più specifici e qualificati.