 Il cambio di colore politico non è l'unico dato storico che emerge dalle recenti amministrative a Genova. Per la prima volta da quando vige l'elezione diretta del sindaco il ballottaggio non ha segnato un tracollo dell'affluenza, che era sì più bassa rispetto al primo turno, ma di circa tre punti percentuali più alta dal ballottaggio del 2012. E l'analisi dei flussi elettorali regala retroscena interessanti anche sul comportamento degli elettori M5s.
                    
                    Il cambio di colore politico non è l'unico dato storico che emerge dalle recenti amministrative a Genova. Per la prima volta da quando vige l'elezione diretta del sindaco il ballottaggio non ha segnato un tracollo dell'affluenza, che era sì più bassa rispetto al primo turno, ma di circa tre punti percentuali più alta dal ballottaggio del 2012. E l'analisi dei flussi elettorali regala retroscena interessanti anche sul comportamento degli elettori M5s. A caldo si è detto, soprattutto da sponda Pd, che Bucci avrebbe vinto grazie al voto anti-Crivello dei grillini, che sono riusciti così a compensare il tentativo last-minute di frenare "l'avanzata leghista". Secondo Luca Sabatini, ricercatore dell'Università di Genova, la realtà è un po' diversa: "È vero che il ballottaggio ha rimobilitato parte delle persone che non hanno votato al primo turno, ma si suppone che questi voti siano andati in larga parte a Bucci", dice. In alcune sezioni, addirittura, la percentuale dei 'nuovi votanti' al ballottaggio ha raggiunto il 30%. È il caso, per esempio, di Albaro. Un comportamento che avvicina Genova alle recenti comunali di Milano e Bologna.
Il fenomeno delle 10mila essere elettorali richieste agli uffici prima del 25 giugno sarebbe dunque da leggere al contrario. "I modelli matematici fanno supporre che quei voti non servissero a contenere la destra, ma piuttosto a ottenere un cambiamento rispetto all'amministrazione uscente", spiega Sabatini. In sostanza, la riduzione dell'astensionismo avrebbe favorito soprattutto Marco Bucci, mentre chi non è andato a votare, come del resto al primo turno, sono i potenziali elettori del centrosinistra.
E poi ci sono i voti dei Cinque Stelle. "Chi ha votato Pirondini al primo turno si è diviso molto liberamente - prosegue Sabatini - e questo conferma che non esiste una massa, un corpo unico di elettori del Movimento". Secondo le prime stime dell'Università, il 60% dei pentastellati non è andato a votare, mentre del restante 40% la maggior parte si sarebbe effettivamente orientata su Bucci.
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