cronaca

Replica della Fiom: "Confindustria rispetti gli accordi"
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Sull'Ilva "abbiamo avuto due grandi cordate, meno male perché era in condizioni non facilissime tra Procura di Taranto e conti. Arrivano investitori in questo Paese e, invece di fare tappeti rossi, facciamo contestazioni sui piani di ristrutturazione". Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine del convegno dei Giovani imprenditori a Rapallo.

Boccia ha aggiunto: "È evidente che i piani possano avere delle distonie in termini di occupazione, l'importante è creare occasioni di lavoro complessive e non concentrarci sulle singole aziende. Se poi vogliamo - ha proseguito il numero uno di Confindustria - che il lavoro diventi rendita di posizione e tutti gli italiani debbano pagare i piani di ristrutturazione facciamo un errore. Quindi attenzione a questi aspetti. L'Ilva deve essere gestita in termini privati e rappresenta un grande asset per il Paese".

Quella di Boccia è anche una risposta ai sindacati che venerdì, al termine del vertice con Gentiloni sul futuro dell'Ilva, hanno chiarito: "Per noi nessun licenziamento o salta l'accordo". Secondo quanto riportato dal Governo, ArcelorMittal è disponibile a ridurre gli esuberi totali da 5.500 a 4.200. Palazzo Chigi, inoltre, sarebbe pronto a modificare la legge Marzano in modo di riaffidare la proprietà all'amministrazione straordinaria nel caso che l'acquirente si mostri inadempiente sugli investimenti. Garanzie che, però, Cgil, Cisl e Uil non ritengono sufficienti.

“Noi non ricattiamo nessuno, noi difendiamo anche lottando gli accordi che la stessa Confindustria ha firmato, quindi dovrebbe esserne garante e non dimenticarsene il giorno dopo", replica Bruno Manganaro, segretario ligure della Fiom-Cgil. "In questa città - continua - c’è stato un patto per l’interesse dei cittadini e delle imprese, questo patto si chiama accordo di programma. Se il presidente di Confindustria se ne dimentica, fa una cosa grave. Chi si prende l'Ilva di Genova prende anche grandi aree e concessioni demaniali lunghissime. Boccia difenda quell’accordo e idea di Papa Francesco: il lavoro è dignità, non è ricatto.