cronaca

Il 9 giugno incontro con le segreterie nazionali a Roma
2 minuti e 1 secondo di lettura
"Nessun lavoratore dell'Ilva verrà licenziato, perché ne verranno presi 10mila prima dell'accordo sindacale che potrà far crescere questo numero". Così il ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, parlando a margine dell'assemblea di Confcommercio, alla vigilia dell'incontro con le segreterie nazionali dei sindacati al quale parteciperà anche il premier Paolo Gentiloni.

Gli altri dipendenti, assicura Calenda, "rimarranno in carico all'amministrazione straordinaria. Anche per fare tutte le opere di bonifica su cui abbiamo un miliardo che deriva dalla transizione con i Riva".

I sindacati restano però impermeabili alle rassicurazioni del Governo. "Sono annunci pubblicitari - dice Bruno Manganaro, segretario ligure della Fiom - tant'è che lo stesso Calenda, nell'ultimo incontro ha dichiarato che, se pensavamo di mantenere tutti i dipendenti, saremmo stati degli illusi".

In sostanza il ministro avrebbe riconfermato quanto chiarito negli scorsi giorni: nessun lavoratore coinvolto nel piano di esuberi rimarrà in mezzo alla strada da un momento all'altro ma verrà coperto con la cassa integrazione straordinaria. "Al momento si tratta di slogan - conferma Alessandro Vella, segretario ligure della Fim-Cisl - e rispetto al decreto del 5 giugno la situazione è sempre la stessa".

Per quanto riguarda l'investimento della cordata Mittal-Marcegaglia, il ministro conferma che "prevede 2,4 miliardi su Taranto, un rilancio molto significativo di 1,1 miliardi di investimenti ambientali". Su Cornigliano e Novi Ligure invece, si attende di conoscere il piano industriale, anche se le sensazioni non sono buone. Le slide in mano ai sindacati parlano di 50 milioni per la linea della zincatura e della banda stagnata, "ma questa cifra è insufficiente e l'assenza di investimenti ci preoccupa perché significa che ci saranno esuberi - spiega ancora Vella - ed è paradossale perché Genova e Novi producono 110mila tonnellate all'anno di lattine a fronte di un fabbisogno nazionale di 900mila tonnellate".

Anche per questo sindacati e istituzioni locali restano in attesa di una convocazione da parte del premier Gentiloni, chiesta con una lettera sottoscritta in Prefettura lo scorso 5 giugno. "Sul caso Ilva abbiamo chiesto, con una lettera al presidente del Consiglio Gentiloni e al ministro dello Sviluppo Economico Calenda, un incontro con sollecitudine con le Regioni interessate, quelle che possono avere una ricaduta e gli enti locali interessati, perché il governo non ha ancora coinvolto le Regioni e i Comuni!", scrive in un post su Facebook il governatore ligure Giovanni Toti.