Un poliziotto genovese è stato ricoverato perché affetto da tubercolosi. Si tratta di un quarantenne che lavora per l'Ufficio Servizi agli ingressi della questura e nelle celle di sicurezza. Si ipotizza che possa essere stato contagiato da un detenuto recluso nelle celle della questura, o anche essere venuto a contatto con un malato mentre svolgeva servizio all'ingresso di servizio della questura dove vengono ricevuti i migranti richiedenti asilo politico. L'agente non è in gravi condizioni. Ha scoperto di avere la tubercolosi dopo essersi sottoposto ad esami clinici perché si sentiva stanco e aveva una tosse che non accennava a passare. Come da prassi in questi casi scatterà l'obbligo della profilassi per i familiari, i colleghi e tutte le altre persone che sono state a contatto prolungato con il poliziotto affetto da tbc.
Molti colleghi del poliziotto contagiato chiedono più attenzione per il personale che lavora a stretto contatto con i migranti che richiedono lo stato di asilo politico e gli stranieri che accedono in questura per le pratiche sul permesso di soggiorno anche se, si fa notare dall'ufficio di gabinetto della questura, che non si può può escludere che l'agente sia venuto a contatto con la tbc a bordo di un autobus o in un locale pubblico.
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