I Paesi del nord Europa tengono in ostaggio la proposta della Commissione Ue che con una modifica al regolamento sui fondi per le politiche di coesione, permetterebbe l'utilizzo al 100% dei Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr) per la ricostruzione post-terremoto nell'Italia centrale. A mettersi di nuovo di traverso, al Coreper, (riunione degli ambasciatori Ue), è stata la Germania, appoggiata da Olanda, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia, che chiedono una quota di cofinanziamento nazionale. Lo denuncia la delegazione del M5s al Parlamento europeo. Già a fine marzo i Paesi del Nord avevano chiesto di mantenere una quota nazionale di finanziamento. Sulla partita è in corso il negoziato col Parlamento europeo (il cosiddetto 'trilogo'). "Questo stallo - denuncia l'eurodeputata Rosa D'Amato, membro della commissione sviluppo regionale - ha il gravissimo effetto di non permettere la votazione di un accordo provvisorio, già previsto per il 18 maggio in commissione e dunque di ritardare l'approvazione della modifica del regolamento a dopo l'estate".
Per l'eurodeputata si tratta di "un vero affronto per i nostri cittadini terremotati che aspettavano un gesto concreto da parte di un'Unione prontissima ad approvare programmi per le riforme strutturali, ma lenta, divisa ed indecisa quando si tratta di approvare un provvedimento davvero utile per i nostri territori".
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