cronaca

Aveva raccontato che era stato il pusher a colpire Anna Carla Arecco
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Si cerca il Dna di una seconda persona, il presunto complice nell'omicidio di Anna Carla Arecco, la pensionata uccisa il 28 aprile e nascosta per tre giorni dal suo vicino e assassino sotto il letto, al Lagaccio. Il pubblico ministero Gabriella Marino, che coordina le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo, nei prossimi giorni conferirà l'incarico alla biologa Simonetta Verdiani.

La dottoressa dovrà estrapolare il Dna di Pierluigi Bonfiglio (difeso dagli avvocati Nicola Scodnim e Alessandro Sola) e quello dell'anziana, oltre a quello trovato sotto le unghie della vittima e su altri reperti catalogati dagli inquirenti. Le tracce biologiche verranno confrontate per vedere se davvero all'omicidio ha partecipato una seconda persona come lo stesso cuoco ha sempre detto.

L'uomo, infatti, ha raccontato durante l'interrogatorio di volere rapinare l'anziana per comprarsi la droga ma che il primo a colpirla sarebbe stato il suo pusher e che lui l'avrebbe poi "finita" e nascosta sotto il letto. Anche i familiari dell'anziana hanno detto che secondo loro ci sarebbe un complice che avrebbe aiutato Bonfiglio e che avrebbe poi svaligiato la casa rubando gioielli e soldi.