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Dopo l'invito dell'assemblea del circolo a cambiare sede
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Matteo Salvini non sarà alla sala del Cap, Circolo Autorità Portuale di Genova, domenica mattina. Dopo un'accesa assemblea in serata il presidente Oliva ha alzato bandiera bianca: "Chiediamo alla Lega di rinunciare a tenere il suo convegno sul lavoro nella nostra sede". Problemi di ordine pubblico, si dice nel comunicato. La verità, come conferma lo stesso Oliva a Primocanale, è che l'opposizione dei soci è stata "violentissima". Il Carroccio prende atto e sposta l'evento 'Riprendiamoci il lavoro' allo Starhotel President di Brignole, alle 10.30 del 30 aprile.

"Salvini, il mio circolo e il tuo partito stanno su due pianeti diversi. Confermiamo la disponibilità, ma in questa occasione è meglio che tu vada da un'altra parte", dice Oliva usandoci come tramite per un ideale messaggio al leader leghista. Lui, da uomo di sinistra e "compagno", come ama definire se stesso e gli altri 4 mila soci, le porte gliele avrebbe anche aperte. "La nostra storia è di sinistra ma abbiamo sempre ospitato tutti, tranne i fascisti", precisa. Ma proprio su questo punto sarebbe arrivato il 'niet' dell'assemblea: le idee di Salvini non sono compatibili con la storia del porto e di chi ci lavora.

Sull'invito del Cap a lasciar perdere, accolto dalla Lega Nord pur con molte polemiche, pesano anche i timori legati a possibili scontri sulla falsariga dell'accoglienza riservata a Salvini in quel di Napoli. Soprattutto dopo le minacce comparse sui muri della caserma dei pompieri, proprio davanti al Cap: "Hai scelto la città sbagliata per provocare. Mai con Salvini". Oliva si arrabbia: "Che il mio circolo debba ospitare un evento circondato dalle forze dell'ordine è una cosa che non accetto. Porte aperte a tutti, ma non sotto scorta". In verità nessun input sarebbe arrivato da Questura o Prefettura. Parrebbe piuttosto un favore al quieto vivere. All'interno del Cap, anzitutto, e poi verso l'esterno.

Gli esponenti locali del partito però non digeriscono l'altolà e passano al contrattacco. "Abbiamo deciso, con il segretario Matteo Salvini, per il bene della città e per non dare alibi ai teppisti dei centri sociali, di accogliere l'appello del Cap e di fare il nostro incontro altrove", ribadisce il segretario ligure Edoardo Rixi, che sarà presente al convegno anche come assessore regionale allo sviluppo economico. E aggiunge: "Da giugno, quando sarà eletto il nostro candidato sindaco Marco Bucci, episodi come questi non accadranno più. Libertà e democrazia al primo posto, chiuderemo centri sociali illegali e violenti".

"Ci ha fatto male riscontrare come in questa città ci sia una fortissima opposizione antidemocratica da chi dice di combattere il fascismo ma usa metodi che sono propri di quella parentesi di storia - commenta un amareggiato Alessio Piana, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale a Genova - Il circolo ha sempre dimostrato di essere aperto a chi portava lì le proprie idee in maniera democratica. Volevamo parlare di lavoro e di temi che interessano anche il porto. Non capiamo perché non possiamo usufruire degli stessi spazi".

Del resto la decisione della Lega Nord di organizzare lì il convegno aveva suscitato più di una reazione negativa. Dopo i primi comunicati arrivati dal Collettivo autonomo dei lavoratori portuali, dal centro sociale Zapata, da Rifondazione e da Genova in Comune, sono arrivate le scritte. E poi anche la presa di posizione di Cgil, Cisl e Uil. “Riteniamo che tutto ciò sia in assoluto contrasto con i principi del Cral stesso”, hanno scritto. Nessuna provocazione, aveva assicurato la Lega: "È il cuore del lavoro e del porto, è una sala importante, ci sembrava giusto per far capire che siamo vicini al mondo dei lavoratori e del territorio", spiegava il segretario genovese Stefano Garassino. Come non detto: stavolta si passa al piano B.