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Nel confronto il ministro ligure si scopre comunicatore
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Divisi sulla maggior parte degli argomenti, anche se alla fine tutti e tre invitano ad andare a votare. Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano: i tre candidati alla segreteria del Pd si sono sfidati in un confronto televisivo in stile americano su Sky prima della domenica decisiva, il 30 aprile, quando Primocanale e Primocanale.it seguiranno il voto in diretta dai seggi in Liguria.

“Non abbiate paura del Pd, non vi spaventate di Renzi, che ha fatto del suo meglio anche se non è andata bene. Il 30 aprile andate a votare perché questo è il partito che può riattivare l’ascensore sociale in Italia", è l'invito al voto del ministro ligure. “Mi rivolgo ai delusi, a quelli che non si sono sentiti rappresentati e a chi non si è sentito coinvolto perché non siamo riusciti a pronunciare la parola uguaglianza. A voi dico, venite e fate del Pd la vostra casa, quella in cui anche il figlio di un immigrato povero possa trovare un posto. Venite non per far vincere un uomo ma un progetto politico”.

"Vorrei una legge con il maggioritario, non il proporzionale. Abbiamo perduto ma avevamo detto che ci sarebbe stata la palude", dice Renzi. L'ex premier, a differenza degli altri due, apre anche alle larghe intese: "Il governo con Berlusconi l'hanno già fatto. Il Parlamento lo deciderà". Emiliano si dichiara totalmente contrario e Orlando rincara: "Il Governo con la destra ha già fatto male a questo Paese".

Uno dei temi più caldi è Alitalia. Mentre Renzi sposa la linea di Gentiloni, Orlando invoca l'intervento dello Stato: "Dagli e dagli a disintermediare poi è difficile gestire questo passaggio. Non bisogna lasciare soli i lavoratori, no alla liquidazione. La politica faccia tutto il possibile, dietro ogni posto di lavoro c'è una famiglia e la dignità". Sulla stessa linea Orlando: "Nessuno nei governi di recente in carica ha osservato quello che accadeva in Alitalia, sono stati presi in contropiede su questo ennesimo disastro. Adesso qualcuno pretenderebbe di far fallire la compagnia, bisogna evitarlo a ogni costo. Si sono trovati i soldi per non far fallire le banche, si troverà anche il modo di salvare Alitalia".

Quali saranno le percentuali minime di voti e di votanti per ritenersi soddisfatti delle primarie? "Mi aspetto e spero nel 50 per cento più uno, perchè questo vuol dire vincere al primo turno. Quanto all'affluenza è una grande incognita, siamo gli unici a farle e tutto ciò che ha davanti un milione va bene, dice Renzi. "Avrei voluto un altro congresso, preceduto da una discussione sul merito che rispondesse alle domande poste dal referendum. Non è stato possibile. Ora seguiamo le regole: più gente verrà e più sarà forte il Pd. Sull'affluenza sto all'asticella che fissò Renzi alle ultime primarie, due milioni di persone. Per me voglio il 50%", ribatte Orlando.

Ma anche la Liguria entra nel confronto: Renzi cita Cingolani, direttore dell'Istituto Italiano di Tecnologia con sede a Genova Morego, come esempio di innovazione. Orlando parla delle fughe nella sanità dalla Spezia verso la Toscana.

Sulla possibilità di una patrimoniale,
ancora una volta Orlando e Renzi divisi. L'ex premier boccia l'idea: "una patrimoniale in questo momento non è una soluzione". "Favorevole", invece, Michele Emiliano spiegando che bisognerebbe metterci mano "se non riusciamo a fare scendere la spesa pubblica. Se riusciamo a selezionare i tagli, non in modo lineare, e decidere cosa tagliare, bene. Sennò bisogna chiedere a chi ha di più". Dello stesso avviso Andrea Orlando che vede il bacino in cui 'pescare' tra quell'1% di popolazione che detiene il 25% della ricchezza del Paese.

La pressione fiscale "va ridotta, ma dobbiamo vedere come perchè non ci sono risorse per tutti e bisogna partire da chi sta peggio", dice Orlando invitando a controllare "i grandi capitali che sfuggono" ai controlli. "Per questo - ha aggiunto - serve un'unione fiscale a livello europeo e poi lavorare sulla spesa pubblica. Va rivista - ha spiegato -, non ridotta ma renderla più produttiva. E poi dovremmo rivolgerci a quell'1% della popolazione che detiene il 25% della ricchezza del paese. Se faranno questo sacrificio stapperanno qualche bottiglia di champagne in meno...".

Frattura anche sui temi etici come l'aborto. "Bene ha fatto Zingaretti" a garantire l'aborto negli ospedali del Lazio: "chi fa quel lavoro deve garantire un servizio pubblico, frutto di battaglie del passato, per porre fine all'aborto clandestino", dice Orlando. "Il diritto all'obiezione di coscienza va garantito e allo stesso tempo l'aborto previsto da una legge dello Stato. In più serve educazione sessuale nelle scuole e un investimento nella cultura e nella consapevolezza delle nuove generazioni. L'aborto, secondo la legge, deve essere evitato il più possibile", replica Renzi. "E' un dramma soprattutto per le donne e si fa fatica a comprendere questo tema soprattutto nelle aule parlamentari: si discute spesso di queste questioni solo per marketing politico e soffro moltissimo quando non si riesce a garantire una scelta drammatica", ribatte Michele Emiliano.

Botta e risposta tra Orlando e Renzi pure sulla legittima difesa. "Si può discutere se la legge attuale funzioni o meno, la stragrande maggioranza dei casi sulla legittima difesa ha condotto all'archiviazione o all'assoluzione, forse andrebbe letta meglio la legge", afferma il ministro della Giustizia. E l'ex premier ribatte: "Sulla legittima difesa dobbiamo fare di più. Spiace dirlo ma è così, punto. La parola sicurezza è di sinistra. Un primo passo è stato fatto ma fare di più non è cedere a una cultura securitaria bensì rispondere a un'esigenza dei cittadini. Va fatta una legge molto più seria di adesso". Ribatte Orlando: "I Paesi dove ci sono più armi in giro non sono più sicuri, come dimostrano gli Stati Uniti. Un conto è consentire la difesa, un conto lanciare un messaggio sbagliato che il cittadino possa difendersi da solo. Vanno tolte le armi, non date in più agli altri".