cultura

Dal 27 aprile al 18 maggio con Renato Tortarolo
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Il suono della rivoluzione. La protesta che esplode nelle strade. Il sesso urlato nelle canzoni, sinuoso nel blues, sfacciato nel rap. La gioia di stare finalmente insieme, la delusione di non essere capiti. Generazione dopo generazione, la musica ha dato voce alla rabbia e alla speranza. E lo ha fatto sostenendo martiri visionari, predicatori contro il razzismo, rockstar che camminano sull’acqua.

Dal 27 aprile al 18 maggio, ogni giovedì alle 21 nella Sala del Maggior Consiglio
, in una scenografia inedita con proiezioni e giochi di luce, giovani attori, filmati come costellazioni del futuro, Renato Tortarolo e i suoi ospiti attireranno gli spettatori in una giungla tutta da esplorare e ascoltare.

“It’s Only Rock’n’Roll. Volti canzoni e utopie che ci hanno cambiato la vita".
Tutte le parole, gli slogan, i versi, i film e i volti che avreste voluto conoscere, ma non c’eravate ancora, e quelli che invece vivete ogni giorno. Adesso.

Non sarà una storia del rock e del soul, ma quella nascosta di uomini che hanno partecipato, in modi diversi, a un movimento, spesso politico, altre volte al limite dell’insurrezione, che è diventato cultura popolare. Una ribellione che è diventata industria, poi ancora protesta e oggi, grazie agli artisti più ricchi di talento e personalità, si è fatta linguaggio universale di qualsiasi passaggio fra generazioni.

“It’s Only Rock’n’Roll” racconterà l’ostinazione di rockstar e poeti,
soul men e rapper nel costruire un museo della memoria che sia allo stesso tempo il battito quotidiano delle persone. Senza una specifica area geografica o di appartenenza sociale. Molte voci non fanno parte del mainstream televisivo di oggi, quello dei talent. Altre, invece, non sono sostenute dalla discografia perché non rispettano schemi e algoritmi che pretendono di assicurare audience. Però sono lì che aspettano di essere intercettate da ascoltatori più attenti. Il gusto è cambiato, certo, ma se vengono bruciate più scoperte musicali di qualsiasi periodo dal 1950 ad oggi e se nei concerti dominano ancora i nomi di ieri – è la tesi di “It’s Only Rock’n’Roll” – qualche domanda sarebbe meglio porcela.

Il 27 aprile, Renato Tortarolo, critico musicale, aprirà il ciclo con Elodie e Zibba sul tema “La prima rivoluzione: passiamo la notte insieme. Dagli Stones a Rihanna”. Per puro paradosso, a metà degli anni ’50 e nel decennio successivo la libertà sessuale e le canzoni che ne hanno sostenuto la conquista hanno aperto la strada ad altre proteste: contro la segregazione razziale, la guerra, una società che si annuncia già massificata. Da Elvis Presley agli Stones alle grandi cantanti nere come Rihanna, la dinamo del sesso rimarrà sempre accesa per sostenere nuove battaglie.

Il 4 maggio saranno invece Samuel, nella veste solista del Festival di Sanremo con “Avrai”, e Luca De Gennaro, dj, critico musicale e manager televisivo a partecipare alla seconda serata: “Dov’è la festa? Come siamo cambiati dallo sballo di Woodstock al rito della dance”. Nel tempo è cambiata la fisionomia degli artisti, il loro modo di intendere il rapporto con il pubblico, persino il loro ruolo all’interno di sound che riflettevano i cambiamenti utilizzando qualsiasi innovazione tecnologica.

L’11 maggio, “Dimmi come ti vesti e ti dirò che popstar sei. Così la moda ha vinto la sfida di punk e rapper”
affronterà con Chiara e il critico Lucia Serlenga il tema delle continue provocazioni venute dalla strada all’impero del fashion. Ma anche del perché non si capisce la musica di oggi senza spiegarla con l’economia. Stilisti, analisti finanziari, blogger, rampanti ragazzine coreane e rockstar che vestono più sobrie: come aggirarsi in un labirinto che la musica ha invaso da sessant’anni.

Il 18 maggio “Protesta, politica, grandi sogni. E la musica esplose sulle barricate” affronterà con Roberto Vecchioni il viaggio comune di canzoni, inquietudini e rivolte. Dagli inni del movimento per i diritti civili alla corsa solitaria di Bob Dylan, dall’anarchia punk all’impegno sociale e politico di U2 e Beyoncé. Con un finale a sorpresa: senza l’industria dello spettacolo, il lato più nobile di 50 anni di musica non sarebbe mai arrivato alle persone. Oggi però si torna a fare scelte importanti. Quali?