Non ci si annoia politicamente a Roma in questi giorni ed è molto difficile stare dietro al passo dei parlamentari già preoccupati di prepararsi per eventuali riconferme anche se a lunga distanza.
Già, perché se qualche giorno fa scrivevamo che c’era aria di elezioni anticipate, fortissimamente volute dal giovane Matteo, oggi tutto è cambiato. Il prossimo probabile segretario del Pd è in completa e decisa ritirata perché è stato abilmente sgamato e non vuole essere ritenuto il responsabile della caduta di Gentiloni. E allora si apre al nuovo progetto insieme a Silvio e all’ipotesi oltre la scadenza naturale maggio del 2018.
Il conte Gentiloni, quindi, può stare al momento sereno. Beh, proprio sereno no. Ma certamente più tranquillo di qualche settimana fa. Infatti dopo la legnata che Renzi ha preso nella vicenda del presidente della commissione Affari costituzionali e dopo il soffuso, ma deciso, altolà del presidente Mattarella, l’aria è cambiata.
Tutto si gioca con le primarie del 30 aprile. Mentre si sta aprendo sempre di più il fronte Berlusconi. A febbraio l’ex Cavaliere potrà presentare domanda al Tribunale della libertà che dovrà riabilitarlo. Quindi Berlusconi potrebbe ricandidarsi e le elezioni con lui in campo assumerebbero per il centrodestra un peso molto più forte di quello attuale. E per il centrosinistra un possibile alleato in più.
Nessuno dei due deve impelagarsi in alleanze preventive. Obiettivo, sembra condiviso con Renzi, mettere in piedi un bel sistema proporzionale senza coalizioni in modo da lasciare che ognuno si prenda quello che riesce e soltanto a urne chiuse e spogliate si possano decidere alleanze e opportunità di governo.
Tutto questo avendo davanti l’incubo di una vittoria dei Cinquestelle, spauracchio che i consumati dalla politica sentono molto scottare sulla pelle: non si esclude che ci possano essere nuovi cambi di casacca nell'immediato periodo postelettorale, per trovare i numeri mancanti a governare a “rafforzare” gli anti-grillini, con qualsiasi capriola consentita anche se poco elegante!
Dunque, a oggi, voto a maggio con scioglimento delle Camere il 23 febbraio. E intanto attesa del voto amministrativo con Genova in prima linea, dove tutto può accadere: sconfitta del Pd dopo secoli di potere e vittoria del centrodestra compatto, vittoria del Pd con un candidato non Pd e di sinistra, vittoria dei Cinquestelle. La politica non dormirà sonni né tranquilli, né... sereni.
cronaca
A Roma cambia l'aria, ora Matteo e Silvio tirano al voto nel maggio del '18... ma in silenzio!
Il conte Gentiloni, quindi, può stare tranquillo
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