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 Il Rolli Day ha segnato il replay di un successo straordinario della nostra città che si è svelata a migliaia di turisti nel suo modo più mirabolante. Palazzi aperti, scaloni pieni di gente, occhi e smartphone a fotografare gli affreschi o i ninfei, ristoranti e bar zeppi. Una meraviglia! Ecco la Genova che devono fortemente volere i candidati alla poltrona di sindaco. E’ questa, e non quella delle frecciate sciocche o degli sgambetti inutili.


E’ la Genova dei Rolli, scoperti negli anni Novanta durante il regno di Giuseppe Pericu da due geni dell’urbanistica, dell’arte, della storia e dell’amministrazione, cioè due professori purtroppo scomparsi che hanno dato lustro alla facoltà di Architettura e Arte: Bruno Gabrielli e Ennio Poleggi. Grazie a loro i palazzi dei Rolli sono stati restaurati e con il loro impegno intelligente sono diventati nel 2006 patrimonio dell’umanità e ora con un forte impegno dell’assessore Carla Sibilla spinta dal sindaco Marco Doria che ci ha sempre creduto, hanno raggiunto il livello di un’attrattiva turistica ineguagliabile, mai vista nella nostra città.

La “Formula Rolli, cioè questo geniale (e furbo) sistema di ospitalità alta e diffusa dei secoli XVII e XVIII, è il motore della Genova turistica dei prossimi anni, quella città che crede nel suo centro storico aperto e regolato, collegato al Porto Antico senza le orrende barriere delle bancarelle abusive, senza la maglia dei posteggiatori abusivi, dei mercatini abusivi. Un Centro Storico genuino e restituito ai suoi abitanti e ai visitatori.

Attendo con ansia che i candidati-sindaco indichino chi sarà il loro assessore al Centro Storico, ricordando proprio le figure di Gabrielli e Poleggi e aggiungerei anche di un assessore come il socialista Mario Bessone (giunta Cerofolini) che negli anni Settanta decise come poteva essere fatto il recupero della città dei caruggi.

Questa è la Genova turistica e culturale che, insieme alla cerniera del Ducale, al polo di Nervi che dovrebbe essere più collegato a Genova, ai teatri e alle biblioteche ha le carte per essere una città di serie A. Purché ci si impegni non a parole nella sua manutenzione, abbandonando un lassismo culturale-ideologico che la sta rovinando.