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Parla l'ex candidata 'scomunicata' da Beppe Grillo
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 Marika Cassimatis, ex vincitrice delle Comunarie del M5s e ex candidata sindaco di Genova 'scomunicata' da Beppe Grillo con un post sul suo blog il 17 marzo ha annunciato di voler "ricorrere al tribunale amministrativo regionale per chiedere la sospensiva del voto on line nazionale e il reintegro della nostra lista". Ma la Cassimatis ha commesso un vero e proprio lapsus. I legali hanno in seguito chiarito che il ricorso non verrà presentato al Tar ma al tribunale civile di Genova. Intanto la Cassimatis ha già depositato querela per diffamazione nei confronti di Beppe Grillo e Alessandro Di Battista. 



In caso di "assenza di riscontri soggettivi e rilevanti - ha detto ancora Cassimatis - vogliamo pubbliche scuse per quanto è accaduto". Cassimatis che ha tenuto una breve conferenza stampa ha ribadito che "in 10 giorni non ha avuto alcun contatto con Grillo o con lo staff" nonostante la "reiterata richiesta dei documenti" che sono alla base della decisione del leader del Movimento. 

"Il 'fidatevi di me' non esiste in nessuno Stato di diritto, nemmeno nella Repubblica delle Banane. A nessuno di noi è stato concesso il diritto alla difesa. Io e i candidati consiglieri che mi hanno sostenuto respingiamo tutte le accuse di Beppe Grillo. Siamo profondamente offesi e ci sentiamo diffamati nel nostro onore da accuse che non sono sostenute da alcuna prova oggettiva. Chiediamo che vengano presentati i documenti che ci accusano di pesante attività contro il Movimento", continua Cassimatis. 

"I nomi dei candidati consiglieri non erano noti a nessuno - ha detto ancora Cassimatis - Tra le persone che mi avevano votato poteva anche esserci un camorrista ma non io potevo saperlo. La responsabilità del vaglio delle candidature era dello Staff che ha avuto due momenti per controllarle. Ma anche se avessi avuto il voto di un camorrista il regolamento mi avrebbe consentito, una volta accertata questa evenienza, di ricusarlo. Pirondini, il candidato che ha perso le 'comunarie' il 14 marzo, ha pubblicato un post in cui chiedeva che venissero resi noti i nomi di chi mi ha votato perché potenziali cospiratori e traditori del Movimento. Forse che lui conosceva già i nomi della mia lista?". A più di 10 giorni dal voto "questi nomi - ha detto Cassimatis - non sono ancora stati tutti resi noti".

Il professor Alberto Maria Benedetti, docente di diritto civile all'Università di Genova, a Macaia aveva spiegato quali erano gli estremi per questa azione legale: "La possibilità c'è se si ritiene che sia stato violato lo statuto e il regolamento di cui si era dotato il suo movimento e quindi chieda l'annullamento di qualsiasi decisione abbia violato lo statuto".

"Ipotizzo - ha aggiunto il professor Benedetti - che si potrebbe chiedere un procedimento urgente in cui la Cassimatis chiede che il giudice disponga il provvedimento più idoneo a tutelare la sua persona". Fatto questo che di fatto priverebbe il Movimento Cinque Stelle di avere un suo candidato alla corsa di sindaco di Genova delle elezioni amministrative di giugno.

"Ho sporto denuncia alla procura di Genova per le minacce di violenza fisica che ho ricevuto. Il giorno della votazione sul blog, nel pomeriggio, mi è stato scritto un post su Facebook da una simpaticissima persona di Varese che mi diceva che se mi avesse beccato per strada mi avrebbe preso a pugni con un tirapugni. In uno Stato di diritto non è accettabile". Lo ha detto Giovanni Frasca, il giovane attivista ex candidato nella lista a supporto di Marika Cassimatis durante la conferenza stampa dell'ex candidata sindaco 'scomunicata' da Beppe Grillo. "Ma soprattutto - ha concluso - non è accettabile esser stati messi alla berlina così sul blog in maniera generalizzata e senza alcuna prova. Se fossimo stati colpevoli di qualcosa dovevamo essere privatamente contattati e lo Staff avrebbe dovuto dirci i motivi. Non ci hanno comunicato niente".