Per ora tregua, ci si rivede tra due settimane. I pescatori annunciano la fine dello sciopero nazionale contro l'approvazione della legge 154/2016 che recepisce le nuove sanzioni europee per la pesca sottomisura. Tra 15 giorni un nuovo incontro con Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle politiche agricole con delega alla pesca, per capire se è possibile raggiungere una mediazione. "Se non arriva l'accordo siamo pronti a un nuovo sciopero", annuncia Nicolò Santamaria, pescatore della Darsena genovese. "Si spera che queste due settimane diano risultati. Noi non possiamo lavorare in queste condizioni". Le barche torneranno in mare da lunedì (sabato e domenica è vietato pescare) e sui banchi di pescherie e supermercati tornerà merce italiana.
"Le nuovi sanzioni - ribadisce Santamaria - arrivano a 150 mila euro. Vi pare che si possa prendere una multa così per un tonno che vale mille euro? Per una cassa di triglie, che vale 20 euro, se vengono trovati esemplari sotto le dimensioni minime si rischia di dover pagare 5 mila euro. È tutto sproprorzionato. Così andiamo a bagno di sicuro. Siamo costretti a chiudere".
La palla è in mano al Parlamento, ma intanto si lavora anche a Bruxelles. La ligure Renata Briano, vice presidente della commissione pesca, si schermisce: "Ci sono principi giusti. Forse il recepimento previsto dalla legge 154 è troppo severo e credo che il testo vada cambiato, ma non mi risulta che siano ancora state comminate multe da 150 mila euro. Le sanzioni sono tarate sulla quantità di pescato".
E a chi punta il dito contro l'Europa matrigna risponde: "È vero, alcune decisioni vanno prese a livello locale. Però chiedo un favore, ai pescatori e alle forze anti europeiste: capite che non è sempre colpa dell'Europa. Le quote di pesca per tonno e pesce spada, ad esempio, dipendono da organismi internazionali e sono poi distribuite dagli stati membri". Del resto "tante regole vengono fuori dalla pesca illegale: eliminando quella sgli stock ittici saranno migliori e si potranno allargare le maglie".
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