Sarà un paradosso, ma è l'idea di andare a insediare sulla collina degli Erzelli una succursale del famoso istituto ospedaliero di Milano, Humanitas, esempio di grande efficienza e competenza nella sanità italiana, che fa risorgere completamente il progetto più atteso, più discusso, più “lungo” e più divisivo di questi complicati anni genovesi: gli Erzelli. D'ora in avanti guai a chiamarli così, con il nome della fatidica collina degli ex container, prima delle piccole imprese e aziendine sul tetto di Genova, tra Cornigliano e Sestri Ponente, Erzelli. D'ora in avanti si chiamerà in un altro modo, per esempio Great Campus o con altre sigle che gli si potranno dare a quel mix di high tech, informatica, elettronica, Università e ricerca.
Se anche i cervelloni dell'Humanitas stanno studiando l'ipotesi di costruire lassù, dove sembrava perfino difficile arrivarci, un ospedale avanzatissimo di 400 letti, legando l' assistenza ai malati, alla ricerca, che dovrebbe pulsare negli altri insediamenti, da quelli delle aziende avanzate Siemens, Ericsson, Esaote, a Liguria Digitale, che sta trasferendo lì i suoi ricercatori e lavoratori, ai cervelloni dell'IIT, ai laboratori delle nuove Facoltà di post Ingegneria, allora l'operazione alla quale Carlo Castellano sta pensando da un quindicennio, potrebbe veramente diventare un fatto totalmente compiuto.
Avevano già pensato di collocare sulla collina un Ospedale, il famoso ospedale del Ponente, ma il discorso era stato vago, non pragmatico come può essere uno studio dell'Humanitas, il top del top della Sanità in Italia. Si riempirebbe uno spazio chiave, si completerebbe un insediamento nel quale la combinazione tra lavoro, produttività e ricerca riesce perfettamente.
Di fronte alla spinta forte di un nuovo ospedale, costruito con i criteri più avanzati e insediato nel luogo più avanzato della città, nessuno potrebbe opporre anche le più retrive resistenze che sono state usate spesso a torto, ma qualche volta anche a ragione, per frenare gli ex Erzelli.
E' quasi irraggiungibile, è isolato, non ha i servizi necessari: tutto questo viene spianato dall'ospedale che per vivere ha necessariamente bisogno di un collegamento rapido e veloce e di servizi funzionanti sul territorio al cento per cento. E allora via a questi collegamenti, che non potranno certo essere solo quell'ovovia o teleferica o qualche altra acrobazia della fantasia, che era stata pensata per arrivare su quel tetto.
Un ospedale nuovo, che sarebbe il “Terzo “ e necessario ospedale di Genova, per numero di letti e collocazione a Ponente, quindi nella zona meno servita, si porterebbe dietro con la sua costruzione anche i collegamenti necessari e risolverebbe questo temuto isolamento, sul quale era anche molto facile romanzare.
Fine dei romanzi e delle polemiche: ora l'invettiva si capovolge e gira contro chi ancora mette ostacoli agli Erzelli. Per una volta chiamiamoli ancora così.
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