"Qui ci vuole uno scrollone". Anzi, più correttamente: "Qui ci vuole Uno che sappia dare uno scrollone". Il tema centrale è la quasi impossibile scelta di un candidato a diventare sindaco di Genova. Lo scrollone è il nocciolo filosofico: senza questo Genova non riuscirebbe a tirare fuori la testa dalla palude in cui è finita da una decina di anni, da quando Giuseppe Pericu, grande avvocato, diventato con i Ds primo cittadino di Genova , terminò il suo secondo mandato.Dieci anni contrastati, difficili soprattutto per enormi crisi esterne alla nostra città, crisi nazionali e internazionali, che hanno investito la politica, l'hanno corrotta determinando nei cittadini un progressivo ma rapido allontanamento dai partiti. Ma la banale frase che evoca lo "scrollone" è sicuramente saggia. Lo scrollone lo si regala al giovane studente che non fa niente per risvegliarsi dalla pigrizia intellettuale, che vivacchia a scuola tirando a campare.
Genova, secondo la maggior parte dei cittadini che vogliono andare a votare per scegliere, deve essere scrollata, scrollata con forza e dato che ormai non ci sono all'orizzonte partiti e movimenti che siano in grado di farlo seriamente, la speranza è che spunti da nulla Uno in grado di scrollare.
Fa abbastanza sorridere quando i politici organizzano incontri sempre più disertati per definire programmi e alleanze. I programmi sono talmente semplici da fare tremare i polsi. La gente chiede più sicurezza ed è bastato aprire un posto di polizia al porto antico per spazzare via lo scempio degli ambulanti abusivi e dei parcheggiatori taglieggiatori e pericolosi. I cittadini chiedono un minimo di decenza, cioè che si combatta il degrado così evidente.
Avete visto come sono nuovamente ridotti i meravigliosi marciapiedi a mosaico di via Venti Settembre da pochi anni restaurati e ora nuovamente tappeti di chewing-gum schiacciati? Siete mai passati da galleria Mazzini? E poi andate nelle periferie e provate a capire come non si possa pensare a uno scrollone su Genova senza partire proprio da queste aree, socialmente abbandonate.
Lo scrollone deve piombare sul centro storico che era riuscito a uscire dal l'abbandono, prima che torni a essere terra di nessuno, in mano a bande e abbandonato dai giovani e dai commercianti coraggiosi.
Gli abitanti chiedono queste cose che un tempo erano i punti saldi dei programmi dei grandi sindaci, quelli che riuscirono a costruire gli acquedotti oggi diventati colabrodo, quelli che realizzarono la Fiera oggi liquidata, costruirono la Sopraelevata e diedero vita nuova al porto antico.
Scrollone. Uno anzi più scrolloni. Chissà che i genovesi non ci riescano, e che non siano proprio loro a lanciare la provocazione di un nome giusto.
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