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Verso le elezioni comunali di Genova
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In attesa di comporre una buona coalizione l'obiettivo è catturare il centro della società civile. Deve essere questo il motivo che ha spinto due big contrapposti della politica locale a contattare la stessa persona come possibile candidato sindaco di Genova. Nelle ultime settimane infatti sul tema il telefono di Beppe Costa, amministratore delegato di Costa Edutainment, papà dell'Acquario e di altre realtà legate all'intrattenimento in Italia, ha squillato per ben due volte.

Da un lato è arrivata la chiamata dell'ex presidente della Regione Claudio Burlando alla ricerca di una figura credibile che superi l'attuale difficoltà e il pericolo delle famigerate primarie. Burlando avrebbe così sondato la disponibilità di uno dei manager più stimati in città e non solo di fare un passo avanti per la sua Genova.

Stessa cosa deve avere pensato l'attuale presidente della Regione Giovanni Toti che cerca uno fuori dai giochi politici per tentare il ribaltone genovese. Ora, siccome il tentativo non è nuovo, viene da pensare che nei corridoi di De Ferrari nell'ambito delle ristrutturazioni del palazzo il nome di Costa sia nuovamente uscito da un cassetto chiuso in passato quando aveva detto 'no grazie' alle precedenti proposte.

Il diretto interessato sulla vicenda conferma che c'è stato uno scambio di battute. Ma da qui a rispondere presente ce ne passa. Anche perché rispetto a cinque anni fa, quando Beppe Costa aveva pensato di scendere in campo davvero, sono cambiate un po' di cose. A partire da quelle che riguardano il suo gruppo con l'acquisizione di nuove società e l'ingresso di nuovi soci.

Per ora dunque non se ne fa nulla. E forse a Toti va bene così, in fondo a lui piacciono i blitz dell'ultima ora, vedi Savona. Un po' più di fretta c'è invece da Burlando & C. perché nel centrosinistra l'ordine è quello di ricompattarsi al più presto pena la frantumazione definitiva.