cronaca

Fumo acre in tutta la città, si temono esplosioni
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Un incendio ha mandato in fumo la SpaInox di Genova Staglieno, un capannone in Lungobisagno Istria dove erano custoditi idrosanitari in acciao inossidabile destinati alla vendita. Le fiamme hanno iniziato a inghiottire la struttura poco prima delle 19 e per ore hanno divorato tutto: il tetto, i macchinari, i mobili e gli uffici. Solo verso mezzanotte il rogo è tornato sotto controllo.

Sul posto 13 squadre dei vigili del fuoco, in tutto una settantina di uomini equipaggiati con autoscale e autobotti. Chiusa al traffico la strada di sponda sinistra da piazzale Parenzo a dopo il cimitero per il rischio di esplosioni, con gravi ripercussioni sulla circolazione in Valbisagno. Gran parte della città se n'è accorta, perché la densa coltre di fumo acre è scesa lungo la vallata spinta dalla tramontana, portando odore di bruciato anche nel centro storico di Genova. 

La buona notizia è che non ci sono feriti. I lavoratori, una dozzina di dipendenti, sono usciti tutti intorno alle 18.45. Dopo neanche dieci minuti ha preso vita il rogo, per cause che sono ancora da accertare: si può dire che sono salvi per miracolo. Secondo alcuni testimoni l'incendio si sarebbe sviluppato da tre punti diversi, il che farebbe propendere per un'ipotesi dolosa. Il fuoco sarebbe partito da un'ala laterale della struttura. Poi, secondo persone che erano presenti, la situazione sarebbe peggiorata quando sono stati rotti i finestroni per consentire ai pompieri di accedere. La ventata d'aria avrebbe fatto esplodere l'incendio vero e proprio. 

Di certo, insieme al magazzino della SpaInox e a ciò che conteneva, sono andate in fumo le speranze di chi in questa ditta ci lavorava. Come Silvana Gobbi, che nel 2017 avrebbe compiuto vent'anni da dipendente, che guarda lo spettacolo impietrita, con le lacrime agli occhi, insieme ai suoi colleghi, dall'altra parte del ponte. "Abbiamo perso tutto, ci saranno danni incalcolabili. Speriamo ci sia la voglia di ripartire", sussurrano. Il signor Nicolò trattiene a stento il pianto: alla SpaInox ci lavora suo figlio da qualche anno, C'è poca voglia di parlare. Sul posto c'è anche il genero di Lorenzo Valente, il titolare della ditta: "Lui ha ottant'anni, abbiamo dovuto portarlo via. Non poteva reggere vedendo tutto questo". 

I vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta, per tutta la notte, in un continuo via vai di mezzi e di uomini. I Carabinieri danno una mano ai vigili urbani per gestire la viabilità. Il timore era che il rogo potesse estendersi nelle vicinanze. Sopra il capannone c'è un tratto di bosco, sul versante opposto della collina dove sorge il Biscione. Accanto c'è il grande capannone della Cime. "Se dovesse bruciare anche quello non finiamo più", dice Agostino Gianelli, presidente del Municipio Media Valbisagno, anche lui accorso sul luogo. Chiusi in casa con le finestre sbarrate gli abitanti di via Tortona, i primi a essere investiti dal fumo. In mattinata ancora in atto le bonifiche.