cronaca

Multe e sequestri in tutto il Nord Ovest italiano
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Vasta operazione di vigilanza sulla filiera della pesca in Liguria, Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta. La Capitaneria di Porto di Genova scende in campo prima di Natale per prevenire le truffe e controllare il rispetto delle leggi che regolamentano la fesca.

In un supermercato è stata trovata una partita di vasetti di “Filetti di tonno” sott’olio con l'etichetta “tonno mediterraneo” mentre in realtà si trattava di “tonno pinne gialle” e, quindi, specie oceanica e non autoctona dei nostri mari. Vasetti che in realtà erano stati prodotti da un’azienda di Bagheria (PA) per conto di una ditta di Parma e da questa rivenduti a una piattaforma logistica milanese che li aveva distribuiti a quattro catene di Supermercati del Nord Italia. Risultato: sequestro e ritiro dalla vendita per etichettatura ingannevole di 25 mila confezioni, pari a circa 7 tonnellate di prodotto e l’elevazione di sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 6mila euro.

Ancora una volta a finire nei guai sono i ristoranti etnici. Soprattutto nel milanese, una dozzina di depositi di prodotti alimentari cinesi e indiani sono stati sanzionati per la presenza di prodotti senza etichetta in italiano, oppure insufficiente o ingannvole con conseguente sequestro di oltre 2 tonnellate di prodotti in vari forme di conservazione (alghe essiccate, sgombri, gamberi e granchi congelati) e oltre 15 mila euro di multe complessive.

I due casi più gravi in una ditta di import cinese di Baranzate (MI) e presso un ristorante di sushi giapponese di Legnano (MI): nel deposito sono state rinvenute diverse confezioni di “pesce topo pelagico essiccato congelato” (una specie tipica dei mari indo-cinesi, molto simile alla nostra acciuga) sulle quali il titolare del deposito aveva aggiunto una nuova etichetta sovrapposta a quella originale, in base alla quale i prodotti, già scaduti a marzo di quest’anno, avrebbero avuto nuova scadenza a marzo 2017. Titolare denunciato per frode e confezioni sequestrate. Nel ristorante, invece, si somministravano salmoni e branzini freschi senza surgelarli, cosa vietata dalla legge che prevede di abbatterli a -20° per 24 ore oppure a -35° per 15 ore per eliminare i batteri presenti in natura. 

“Anche nei momenti topici delle festività” – ha ricordato l’ammiraglio Giovanni Pettorino, Capo della Direzione marittima della Liguria – “la Guardia Costiera è sul campo a tutela delle risorse ittiche dei nostri mari, dei consumatori e di quanti, pescatori e operatori del settore, onesti e rispettosi delle norme, meritano di essere difesi contro chi, invece, tenta di eludere i controlli e raggirare il consumatore per facili guadagni”.