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Demonteverde morto schiacciato dalla puleggia
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I sindacati proclamano 24 ore di sciopero del comparto marittimo nel porto di Genova dopo l'incidente che ha visto morire Valentin Demonteverde, 61 anni, un nostromo filippino a bordo dell'Eurocargo Malta. Ucciso non da un cavo, ma schiacciato nella puleggia. E per l'episodio ci sono già i primi quattro indagati.

QUATTRO INDAGATI - Ci sono quattro indagati per l'infortunio mortale di ieri costato la vita al nostromo filippino Valentin Demonteverde, 61 anni, della nave Eurocargo Malta: a rispondere di omicidio colposo sono il comandante della nave, il primo ufficiale e due secondi ufficiali. Gli inquirenti addebitano loro il fatto che il nostromo non avrebbe dovuto essere da solo a operare nello sgancio del cavo che l'ha ucciso. 

Demonteverde è stato imprigionato dalla fune, avvinghiato e poi trascinato nelle grosse pulegge che raccolgono il cavo. Una morte terribile che, sostengono gli inquirenti, si poteva evitare se un secondo operatore avesse schiacciato il pulsante di sicurezza che blocca l'argano. 

Invece l'equipaggio si è accorto della tragedia quando il corpo del sessantenne era già incastrato nella puleggia.
 La ricostruzione dell'incidente ha permesso di accertare che l'ordine di ritirare il cavo che ha causato la morte del nostromo era stato impartito dal comandante perché non c'era più il vento forte che spirava nelle prime ore del mattino quando la nave era attraccata a ponte Somalia, al terminal San Giorgio. 

L'indagine sul decesso del nostromo è stata avviata dagli ispettori della Asl3 e dai militari della Capitaneria di Porto che ieri sono rimasti a bordo a effettuare accertamenti sino a tarda notte. A coordinare gli inquirenti è il magistrato di turno Emilio Gatti che ha disposto il sequestro dell'argano in cui è avvenuta la tragedia e l'autopsia sul corpo della vittima.

GLI AVVOCATI: "COLPA SUA" - "Siamo sconvolti per la morte del collega deceduto di cui apprezzavamo la professionalità e che conoscevamo da anni ma purtroppo, forse proprio per la grande dimestichezza con il suo mestiere potrebbe avere commesso un errore risultato fatale". E' questa la tesi difensiva dei quattro indagati. Questa la tesi riferita da Fumagalli dopo il colloquio con i suoi assistiti: "Quando si opera per ricalibrare i cavi di una nave già ormeggiata la manovra può essere svolta da un solo operatore - ha detto Fumagalli - Il nostromo, purtroppo, in un eccesso di confidenza con il suo mestiere, ha usato in modo improprio due cunei di plastica per bloccare e mettere in tensione i cavi".

LO SCIOPERO - I lavoratori si asterranno dal servizio dall'inizio del secondo turno di lunedì alla fine del primo turno di martedì. Nel frattempo le tre sigle confederali chiederanno un incontro col presidente del porto Signorini e con l'ammiraglio Pettorino, comandante della Capitaneria. 

"Chiediamo alle Autorità che si faccia luce sulle dinamiche dell'incidente e che se non fossero state rispettate le norme di sicurezza i responsabili paghino per l'accaduto - si legge nella nota firmata da Cgil, Cisl e Uil - Nel giro di pochi giorni nei porti hanno perso la vita 5 lavoratori marittimi e portuali, ciò conferma come questo settore abbia ancora un indice di incidenti gravi e tragici troppo elevato".

"Più volte abbiamo chiesto al Governo ed alle istituzioni interventi legislativi e l'aggiornamento dei Dlgs 271 e 272 del 1999 per fare in modo che le regole sulla sicurezza del lavoro siano migliorate e rispettate - continuano - Noi abbiamo sempre continuato a sensibilizzare le istituzioni e le Aziende, non solo nei momenti tragici, ma purtroppo veniamo ascoltati solo in questi drammatici episodi. Ricordiamo a tutti che dietro al lavoro ci sono sempre delle persone, degli esseri umani e le loro famiglie, ed è per questo motivo che riteniamo la sicurezza un diritto e non un costo come qualcuno pensa".