Una protesta contro la presenza dei migranti, avvenuta sull'isola greca di Chios, è rapidamente degenerata in un violento attacco xenofobo. I manifestanti hanno lanciato molotov, petardi e sassi contro il campo in cui sono accolti i rifugiati, distruggendo una cinquantina di tende e baracche. Negli scontri sono stati feriti anche due operatori umanitari che lavorano nel campo di Souda a Chios, che ospita circa 4.000 rifugiati. L'Unhcr che gestisce il sito ha informato che per sopperire ai danni causati dagli atti di vandalismo i volontari hanno eretto una piccola tendopoli fuori da Souda e hanno rivolto un appello alla polizia perché sorvegli la zona.
Roland Schoenbauer, operatore dell'Unhcr ha detto nonostante gli sforzi: "Non tutti i migranti avranno un posto asciutto dove trascorrere la notte". Secondo i media greci, l'artefice dell'attacco sarebbe l'estrema destra greca, che avrebbe organizzato l'evento come rappresaglia nei confronti di quattro migranti che ieri avrebbero svaligiato un negozio di fuochi d'artificio e lanciato petardi in giro per l'isola.
Dei migranti in cerca d'asilo ospitati a Souda, il 60% proviene dalla Siria, il 20% dall'Iraq, il 10% dal Nord Africa e il 10% da altre parti del mondo.
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