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Il pranzo a Terrazza Colombo con Confalonieri, Rossi e Toti
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Questo gran signore in grisaglia chiara è uno degli inventori della televisione commerciale in Italia. Pacato e spiritoso, vivacissimo e intelligente, Fedele Confalonieri, “Fidel” per il Cavaliere, presidente di Mediaset, alter ego di Silvio Berlusconi, ammira Genova dalla Terrazza Colombo, studi di Primocanale e si stupisce di tanta meraviglia.

“Beati voi! Che studi straordinari, che vista…  ma sono i più belli d’Italia!”. Poi sofferma lo sguardo sul centro storico di Genova. Chiede dove era la casa natale di Paganini malauguratamente demolita, ammira la corona dei forti. “Che porto. Questa è una delle città più belle del mondo”.

Così cominciano i ricordi. Di quando con Maurizio Rossi ragazzino, fecero le prime radio private e poi le televisioni. Un anno chiave: il 1977, quarant’anni fa, Il Giornale di Indro Montanelli era appena sbarcato a Genova per fare da contraltare al Secolo XIX di Piero Ottone giudicato dagli industriali di allora troppo di sinistra.

Ci eravamo trovati noi due nella redazione genovese guidata dal mitico e severo Luigino Vassallo, ex direttore del Nuovo Cittadino, uno a fare prevalentemente la giudiziaria, l’altro a occuparsi del notiziario a Radio Genova Sound, uno dei primi in Italia. E nella radio creata dal geniale e Bepi Remondini, alloggiata nell’ antico palazzo di famiglia in via Gramsci 1, Maurizio Rossi giovanissimo manager gestiva tutta la parte pubblicitaria.

Ma come volevano i vertici di Milano, era solo il Giornale di Indro, il cerchio magico milanese che governava il quotidiano (Granzotto, Biazzi-Vergani, Zappulli, Cervi, Bettiza) a dire la parola definitiva sull’informazione. Si ricorda la figura Montanelli, la sua straordinaria capacità, la simpatia e l’humor, le baruffe con Berlusconi, le grandi battaglie politiche.

A Genova, nella redazione davanti al bar Cavo e al museo di Storia naturale, ci sentivamo un po’ in provincia, ma sempre sulle barricate e proprio Montanelli ogni quindici giorni arrivava in redazione e stava con noi, giovanissimi, prima di consumare un pasto francescano a un tavolo della Bolognese circondato dai suoi ammiratori.

Poi nei primi anni Ottanta – ricorda ancora Confalonieri - Silvio ha salvato il Giornale “e così con Maurizio (che aveva preso Genova Sound) siamo entrati anche nella radio. Abbiamo cominciato questa strada insieme”. Il discorso, logicamente, scivola sulla situazione attuale dell’ emittenza privata locale.

“Voi fate davvero servizio pubblico - ripete il presidente di Mediaset - e avreste buon diritto con le tv che fanno lo stesso vostro lavoro a ricevere una quota del canone…” Tasto dolente di una battaglia che alcune tv locali, che fanno davvero servizio pubblico , cercano di portare avanti da anni. Si arriva a parlare delle difficoltà del mondo dell’informazione, della necessità di essere crossmediali, di passare la notizia o il servizio su più strumenti, internet, le app sugli smartphone, la tv.

Ma anche di politica e giornalismo, con Giovanni Toti, Paolo Liguori, Ilaria Cavo che ha cominciato proprio dagli studi di Primocanale, e si finisce a divagare sull’incredibile bellezza della nostra città. Il sole illumina le case del centro storico e il torrione del Carlo Felice. “Mi piacerebbe venire a vedere la Traviata” confessa Confalonieri ottimo pianista e esperto di musica classica e melodramma. Lo sguardo vola sulla riviera, a Camogli che si vede in lontananza e al monte di Portofino dentro una luce abbagliante.

“Hai fatto un gran lavoro, una bella tv…” , la frase di “Fidel” inorgoglisce il senatore Rossi . “Io ci verrei a fare i collegamenti da questa terrazza…” sussurra Liguori. Una colazione rilassata quassù nella “piazza delle idee” sulla terrazza della prima tv della Liguria che sta promuovendo incontri, colloqui, confronti, dibattiti. La tv così facendo assolve a un suo compito: esercita la sua funzione a 360 gradi per servire la città e farle affrontare con fiducia e speranza anche questo periodo così difficile.