cultura

Il critico si conferma intenzionato a creare il partito della bellezza
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Guidato da Giovanni Mondini, il critico d'arte Vittorio Sgarbi scopre un tesoro che fino a qualche ora prima non conosceva al pari della maggioranza dei genovesi: le grotte del Tennis Club nel cuore del capoluogo ligure. Una proprietà oggi privata e raggiungibile soltanto addentrandosi all'interno degli spogliatoi della società tennistica. Sgarbi alza gli occhi, illumina le pareti con la torcia ed esclama: "Incredibile che non sia valorizzata una simile ricchezza". Il presidente del tennis annuisce e aggiunge: "Noi comprammo l'intera struttura qualche anno fa dal Comune, ma purtroppo non abbiamo disponibilità per investire in quella direzione".

Vittorio Sbarbi si conferma intenzionato a creare il partito della bellezza. Poi, uscito dall'ascensore che l'ha tenuto in trappola per 15 minuti, davanti alla platea che gremisce le sale della Meridiana parla d'arte incantando con il solito stile privo di moine. Attuale assessore al centro storico di Cosenza regala parallelismi con i vicoli di Genova e sul tema mai tramontato della sopraelevata dice: "Sostituirla? Una questione impossibile, una diversa soluzione non avverrà prima della mia morte. Può darsi che il mondo corra cosi velocemente che entro una trentina d'anni, forse, si potrà eliminare. Ma dubito che io ci sarò".

Dice di non conoscere il sindaco Marco Doria e di aver fissato un appuntamento per un primo incontro. Sottolinea invece che la sua conoscenza è approfondita nei riguardi del primo cittadino della Spezia. Proprio nei riguardi di Massimo Federici, già nel suo mirino per la storia di piazza Verdi, giunge la stoccata più pesante della serata: "Mi fa schifo".