cronaca

Il cardinale: "Non si fermeranno neanche davanti al filo spinato"
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"Penso che saremo sulle 700-800 persone che sono accolte nelle nostre strutture ma certamente sono molto di più in regione, senza parlare dell'intera chiesa italiana". Il dato è stato comunicato oggi pomeriggio dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei a margine della Messa celebrata per il Giubileo dei migranti e dei senza fissa dimora organizzato dalla diocesi di Genova. Si tratta, ha affermato il cardinale, di "un numero indicativo" ma, ha proseguito "accanto alla Chiesa, alle parrocchie, ai luoghi diocesani non dobbiamo dimenticare tutte le altre strutture che non afferiscono alla chiesa ma che sono operative".

L'attenzione alle migrazioni dei popoli deve valere "per tutto il mondo, vale per ogni continente, compreso il grande paese degli Stati Uniti, nelle scelte che sta per fare e per compiere - ha detto Bagnasco - ma l'accoglienza deve avvenire nel rispetto delle singole realtà, che vuol dire i paesi e i continenti, tradizioni e popoli". Il continuo arrivo dei migranti in Europa e in Italia "è una testimonianza ulteriore di quello che ripetiamo da anni, e cioè che questo esodo non si fermerà di fronte al filo spinato o ai muri perché il sud del mondo ormai si è messo in moto, fondamentalmente disperato". I migranti, dice Bagnasco, "non si fermeranno di fronte a nessuna barriera, a nessun filo spinato o muro" e "questo è un dato da considerare con molta serietà, nella sua radice profonda che è il malessere e il disagio, la disperazione di tanta gente".

Nell'accoglienza dei migranti "auspichiamo che l'Europa faccia molto di più, ma potrà fare di più soltanto se ripenserà se stessa e alle sue basi che non possono essere prevalentemente economiche, finanziarie e di profitto, ma devono essere fondamentalmente basi spirituali e morali, che sono in linea con le radici che sono cristiane e religiose. Questo - ha aggiunto il porporato - non vuol dire un continente confessionale ma un continente che riconosce la propria storia, la propria sorgente e il dono di questa storia, che è una visione umanistica, profonda, globale. Staccandosi dalle proprie radici religiose e morali e dalla sua profonda prevalenza cristiana, Paesi e popoli perdono il senso della solidarietà e ne vediamo già le conseguenze".