porti e logistica

Lo scambio di favori con LSCT e l'ispettore Vigogna
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I magistrati hanno messo nero su bianco le accuse ai vertici dell’Autorità Portuale spezzina, dopo un lungo lavoro, raccogliendo testimonianze, intercettazioni, documenti di vario genere. Da alcuni passaggi dell’ordinanza emergono particolari molto scottanti.

Alcuni fatti sono recenti, come quello del marzo 2016, per il quale il presidente Forcieri, il dirigente Pozella e l’amministratore delegato del La Spezia Container Terminal Giromini sono accusati di turbativa d’asta in concorso.

Il caso in questione è quello della società delle crociere, la APLS investimenti,
società pubblica in mano all’Autorità portuale al 100% per la quale era prevista la cessione dell’80% delle quote (poi saltata per le divergenze interne al comitato portuale).

Dal documento stilato dall’accusa emerge questo: “Pozella, Forcieri e Giromini (…) concordando il contenuto del bando e concordando nello specifico l’inserimento di specifiche clausole volte a favorire proprio l’aggiudicazione di LSCT, turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando, al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente”

In pratica Forcieri avrebbe consentito a LSCT di essere favorito nella gara per l’assegnazione delle quote. Perché questo favore? Cosa avrebbe avuto in cambio lo stesso Forcieri? Ce lo rivela una parte successiva del documento dei magistrati.

La ricostruzione degli investigatori è questa: Forcieri avrebbe ottenuto un “favore” per Massimo Vigogna, presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Autorità Portuale, garantendogli l’assunzione del figlio presso la stessa LSCT. Una promessa che Forcieri ha fatto allo stesso Vigogna che in cambio avrebbe posto in essere “atti contrari ai doveri del suo ufficio, informando il presidente Forcieri sull’oggetto di possibili controlli, fornendogli elementi significativi da poter utilizzare contro il Segretario Generale Davide Santini, rassicurandolo per eventuali controlli sulle spese fatte come Presidente”.

Così il cerchio andrebbe a chiudersi:
LSCT favorita nella gara sulla società delle crociere, Vigogna ottiene un posto di lavoro per il figlio, Forcieri si garantisce informazioni e favori da chi dovrebbe controllare il suo operato.
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Ma per Forcieri i guai non finiscono qui: sempre legata alla società delle crociere c’è il “palese conflitto di interessi” che gli viene contestato per la concessione affidata alla APLS investimenti, società di cui è presidente “procurando intenzionalmente a se stesso e ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale”.

Con la concessione alla APLS - aggiungono i magistrati - Forcieri ha violato la legge sui porti 84/94 per l’assenza di una gara pubblica e perché le Autorità portuali non possono esercitare neppure tramite partecipazioni di società, operazioni portuali e attività connesse. Non solo: Forcieri, in presenza di un interesse proprio, avrebbe dovuto astenersi, essendo “al contempo presidente dell’Ente concedente (Autorità portuale) e presidente della società concessionaria (APLS).

Di questa vicenda, peraltro, Primocanale ebbe modo di occuparsi prima del blitz della Finanza, in occasione della proroga della concessione ad APLS che fece molto scalpore (leggi qui). Anche i giudici, oggi, sottolineano non solo il conflitto di interesse di Forcieri, ma anche i vantaggi ottenuti da altri amministratori (Gianfranco Bianchi e Giacomo Erario), della società partecipata dall'Autorità portuale.