
A commentare i dati è Iris Fontana, direttrice generale del San Martino-Ist: “Il 2015 si è chiuso con 25 donazioni. Ad oggi siamo già a 26, il che fa prevedere una crescita a fine anno. L’obiettivo è raggiungere quota 70, che è un ottimo numero, anche se si potrebbe fare ancora di più”.
Da quando la scelta di donare organi è prevista in un’apposita dicitura sul documento d’identità, i dati hanno fatto segnare una forte crescita: “La risposta è stata incredibile, più di 100 mila persone hanno già dato la loro disponibilità. Vuol dire che c’è sensibilità a questo tema, che dimostra una disposizione all’altruismo”.
A livello regionale il Centro di Coordinamento ha sede proprio al San Martino. “Per ogni potenziale donatore si attiva subito una rete che parte dalla rianimazione – spiega la dottoressa Fontana – qui si trovano i pazienti in morte cerebrale. Subito parte un accertamento, che dura 6 ore per gli adulti e 12 per le persone in età pediatrica, che coinvolge diversi professionisti”. Entrano in campo il medico legale, l’anestesista e il neurofisiopatologo per certificare la morte.
Poi si attivano gli specialisti per ogni trapianto: “A Genova siamo specializzati per i reni, al Niguarda di Milano abbiamo una nostra equipe che segue i trapianti di fegato, poi ci sono gli oculisti per le cornee e così via”. Una rete che abbraccia l’intero territorio italiano, a seconda delle necessità del momento.
IL COMMENTO
Il nuovo Papa mantenga lo sguardo di Francesco sui detenuti
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse