cronaca

Arrestati anche presidente e vicepresidente del Cociv
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I carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Gli investigatori ipotizzano un'associazione per delinquere che ha compiuto condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta del Terzo Valico Milano-Genova; 6° Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. 

Inoltre, la Guardia di Finanza ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti - secondo quanto si apprende - nei lavori per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d'asta.

Gli indagati nell'inchiesta sul Terzo Valico, nei vari ruoli ricoperti negli anni, avrebbero compiuto una serie di atti di corruzione, concussione e turbativa d'asta in relazione all'aggiudicazione di commesse per un valore di 324 milioni. E' quanto contesta la procura di Genova agli indagati sulla base delle indagini svolte dal Gico del nucleo di Polizia tributaria del capoluogo ligure. E ora si teme un possibile stop dei lavori.

GLI ARRESTATI -
Le 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Gdf di Genova riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.

I LOTTI INQUINATI - Secondo l'accusa i quattordici, che sono agli arresti domiciliari, avrebbero "inquinato" quattro lotti di gare di appalti: Libarna, valore gara 67 milioni di euro; galleria Cravasco, valore 1 milione e 700 mila euro; lotto Serravalle, valore 189 milioni di euro; lotto galleria Vecchie Fornaci. Per quanto riguarda la galleria Cravasco gli inquirenti sospettano che vi siano gravi problemi strutturali vista la scarsa qualità dei materiali usati.

PROBLEMI ALLE STRUTTURE - "Cemento che sembra colla". E' quanto detto da uno degli indagati nell'inchiesta romana sulle grandi opere in una conversazione intercettata, riferendosi a lavori eseguiti con materiali scadenti. In un'altra intercettazione si sottolinea che è "fondamentale raggiungere l'amalgama" che consente di "stare tutti a coltivare l'orticello".

LEGAMI CON LA 'NDRANGHETA - Per convincere gli imprenditori ad acquistare i materiali inerti
dalle proprie società, Domenico Gallo, imprenditore ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta genovese sulle grandi opere, avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa. Il gip Cinzia Perroni nella sua ordinanza scrive che sono state riscontrate circostanze che "destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata". Avrebbe partecipato alla cresima della figlia di Domenico Borrello, affiliato alla 'ndrina Barbaru U Castanu di Platì.

Dalle indagini "è emerso - scrive ancora il gip - un sistema alquanto spregiudicato e disinvolto adottato dai dirigenti del Cociv nell'affidamento dei lavori pubblici relativi all'imponente opera di interesse nazionale". Un imprenditore, Giuseppe Balbo confida ad alcuni dirigenti Cociv dei danneggiamenti subiti da alcuni mezzi della società Allara e dei pedinamenti fatti ai camion della stessa società da parte di mezzi riconducibili a Domenico Gallo. Il gip cita un'altra intercettazione tra l'ingegnere De Michelis e sua moglie in cui i due confermano come "si dividono tutto... ognuno ha pigliato la parte sua".

IL FILO GENOVA-ROMA - Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, l'ingegnere Giampaolo De Michelis e l'imprenditore Domenico Gallo sono, secondo gli inquirenti, le quattro persone che legano le inchieste di Roma e Genova sulla presunta corruzione negli appalti per le grandi opere. In particolare, secondo quanto emerso dall'inchiesta, De Michelis e Gallo volevano mettere in piedi lo stesso sistema adottato per i lavori di realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Per gli inquirenti, i due avrebbero intimidito anche con metodo mafioso gli imprenditori per fare acquistare loro gli inerti dalle ditte da loro indicate.

OPERAZIONE AMALGAMA -
L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma, è denominata "Amalgama" e ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria.  L'indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dalla persona che, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell'ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio COCIV.

LA CORRUZIONE - L'ex direttore dei lavori
coinvolto nell'indagine dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, nell'ambito delle tre grandi opere, avrebbe "messo a disposizione la sua funzione pubblica per favorire alcune imprese impegnate a eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso e a un imprenditore calabrese". E' quanto ipotizzano gli investigatori. Inoltre, sarebbe stata accertata l'esistenza di rapporti corruttivi tra il direttore dei lavori con i vertici dei General Contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche.

LE INDAGINI - Nei mesi scorsi, l'indagine di Genova si è incrociata con un'analoga attività avviata dai Carabinieri del comando provinciale di Roma su input della procura della Capitale: l'inchiesta è così proseguita con una collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario. E dall'attività investigativa è emerso che ad alcuni dirigenti cui spettava seguire lo svolgimento delle gare indette dal general contractor, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte 'anomale' divenissero regolari e, in altri, hanno utilizzato dei 'concorrenti di comodo' che in realtà non erano minimamente interessati all'aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato.

Almeno in occasione di una turbativa, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno documentato il pagamento di una tangente. I militari delle Fiamme Gialle stanno eseguendo una serie di perquisizioni finalizzate all'acquisizione di diversa documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania.

IL VIDEO DELLA BUSTARELLA


LA BUSTARELLA - La consegna di una tangente è stata documentata dagli investigatori della Guardia di Finanza all'interno di alcuni uffici del Consorzio Cociv, un colosso di cui fanno parte Salini Impregilo, Condotte e Civ che sta realizzando i sei lotti della linea ad Alta Velocità Genova-Milano. Lo scambio della 'bustarella' avviene tra un dirigente generale del Consorzio e un imprenditore: le immagini delle telecamere nascoste posizionate dagli uomini della Guardia di Finanza riprendono infatti in un primo momento un soggetto che oscura l'ufficio abbassando le tapparella; successivamente si vede una seconda persona che consegna la 'bustarella'. I due parlano per qualche minuto dopodiché, secondo gli investigatori, il secondo soggetto si allontana e il primo conta il denaro contenuto all'interno della busta.

LE MAZZETTE COME 'PAGHETTE' - I dirigenti Cociv cercavano di stare attenti quando ricevevano le mazzette, parlavano poco e abbassavano le tapparelle degli uffici. Ma le intercettazioni audio e video riprendevano quanto succedeva. Il 16 dicembre 2014 l'imprenditore Antonio Giugliano incontra l'allora presidente del Cociv Pier Paolo Marcheselli. L'imprenditore prende una busta dalla tasca e dice: "Ingegnè.... grazie mille... la paghetta....". Secondo i militari della guardia di finanza di Genova, l'imprenditore ha appena consegnato una mazzetta per aggiudicarsi un appalto. Poco prima, lo stesso Giugliano aveva consegnato un'altra busta a Maurizio Dionisi, responsabile appalti Cociv. 

ANCHE ESCORT IN CAMBIO DI APPALTI - Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. E' quanto emerso dall'inchiesta della guardia di finanza e della procura di Genova che ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari. In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette. Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo.

L'imprenditore Marciano Ricci, amministratore di Europea 92, chiama Giulio Frulloni, funzionario del Cociv. 'Io conosco due mie amiche brasiliane, le faccio andare direttamente in albergo... Ti piacciono le brasiliane?'. 'No, mi fanno schifo', risponde Frulloni. Si parla dei gusti sessuali del funzionario che predilige solo donne di carnagione chiara e poi nelle altre conversazioni in cui il funzionario si vanta con amici di andare 'a figa con Ricci' dopo i sopralluoghi nei cantieri di Cravasco. Le notti hard, secondo gli inquirenti, servivano per facilitare l'assegnazione a Europea 92 dei lavori di realizzazione della galleria Vecchie Fornaci

LA LISTA DEGLI INDAGATI
- Michele Longo, Pietro Paolo Marcheselli, Maurizio Dionisi, Antonio Giugliano, Giuseppe Petrellese, Andrea Ottolin, Giuliano Lorenzi, Antonio Parri, Giuliano Puma, Angelo Pelliccia, Ettore Pagani, Giulio Frulloni, Marciano Ricci, Giampiero De Michelis, Domenico Gallo.

TOTI: "IL CANTIERE NON SI FERMI" - "C'è un'inchiesta e mi auguro che che la magistratura faccia luce fino in fondo con chiarezza e correttezza e soprattutto rapidità e che si sappia rapidamente se è stato fatto qualcosa di men che lecito e ovviamente se saranno accertati i reati". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine di una iniziativa della Regione stasera commentando l'inchiesta sul terzo Valico, e sottolineando che si tratta diun "cantiere strategico per l'Italia". "La cosa da evitare e che quel cantiere abbia ripercussioni di qualsiasi genere. Non mi risultano atti della magistratura che blocchino i lavori", ha detto il governatore ligure che oggi ha parlato con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e con i vertici di Impregilo. "C'è un problema di governance di Cociv e mi auguro che il Consorzio al più presto garantisca continuità all'opera che si sta svolgendo e che il lavoro non perda nemmeno un giorno". 

"Questa città, la regione il paese da eventuale malefatte non possono essere cornuti e mazziati, oltre al danno la beffa", ha osservato Toti secondo il quale "ci sono le condizioni perchè si vada avanti e non si perda nemmeno un giorno". "Mi auguro - ha concluso - che il commissario per il terzo valico e azienda provvedano nella loro interlocuzione a garantire continuità d'azione al consorzio. Mentre la magistratura fa suo lavoro la politica e le imprese continuino a fare seriamente il loro portando a compimento l'opera nei tempi previsti".

EUROPEA 92 - In riferimento alle notizia del coinvolgimento dell'Europea 92 nell'inchiesta coordinata dalla Procura di Genova sulla costruzione del Terzo Valico, i legali della società respingono le accuse mosse e ribadiscono l'estraneità dell'azienda alla vicenda". E' quanto fanno sapere con una nota gli avvocati dell'azienda. "L'Europea 92 Spa - aggiungono - non ha svolto lavori per le opere oggetto d'indagine, né risulta aggiudicataria delle stesse. I legali, che in queste ore stanno studiando gli atti messi loro a disposizione, sono certi che presto ogni dubbio sarà chiarito. Piena fiducia nella magistratura e massima collaborazione con gli inquirenti, al fine di chiarire ogni aspetto della vicenda".

DELRIO - L'inchiesta sulle Grandi Opere "dimostra che non avevamo sbagliato la diagnosi con il codice appalti e che la cura vera che abbiamo sempre indicato è: lotta alla corruzione, quindi forte collaborazione con l'Anac, progetti chiari, regole chiare sul subappalto". Lo afferma il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, interpellato dai cronisti a Montecitorio. "Aspettiamo che la magistratura faccia il suo lavoro" ma con "le nostre scelte ci avevamo visto giusto", aggiunge.

COCIV: "NOI PARTE LESA" - Il Cociv, contraente generale delle opere del Terzo Valico dei Giovi-Tratta AV/AC Milano-Genova, preso atto dell'attività degli inquirenti, "sottolinea di essere in questa vicenda parte lesa", e precisa che, in ogni caso, "non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere il cui controllo è in capo al committente pubblico attraverso l'organo di alta vigilanza". "In tutte le ipotesi in corso di verifica, si tratta infatti di procedure di scelta interna al Consorzio di subappaltatori e subaffidatari, il cui eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile". 

"Eventuali interferenze in corso di accertamento investigativo possono riguardare solo iniziative infedeli di funzionari venuti meno al dovere di lealtà verso l'azienda - spiega il Cociv in una nota - e soprattutto in violazione delle regole di trasparenza e di controllo predisposte allo scopo, inclusa l'adozione di gare telematiche e procedure anticorruzione". Il Consorzio assicura che "adotterà ogni opportuno provvedimento per garantire l'operatività del progetto confidando in una veloce conclusione della vicenda giudiziaria in corso e dichiarando fin d'ora la più ampia collaborazione, sia alla magistratura inquirente che all'Autorità Anticorruzione". "Eventuali responsabilità che dovessero emergere a carico di singoli saranno perseguite in tutte le sedi opportune", conclude il Cociv.