Angelino Alfano ha commentato in questi termini l'ipotesi di un rapporto tra il contrabbando di opere d'arte e terrorismo: "Abbiamo studiato il “Pil del terrore” e sappiamo che una delle sue componenti è il mercimonio delle opere d’arte. Tutto il fatturato criminale del sedicente stato islamico nasce da una serie di fattori e fra questi la vendita di reperti sfuggiti alla furia iconoclasta dei miliziani è una voce importante».Il ministro ha inoltre suggerito un possibile coinvolgimento della criminalità italiana nella vendita delle opere trafugate in Medio Oriente. II traffico d'arte antica sarebbe infatti una delle maggiori fonti di reddito delle organizzazioni mafiose assieme a quello di droga ed esseri umani.
Non si tratterebbe tuttavia di un problema esclusivamente italiano, infatti secondo i dati forniti da Interpol e Unesco, il mercato nero delle opere d'arte a livello globale, si aggirerebbe tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari.
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