Sempre meno 'morti in culla' senza un perché, un registro nazionale per studiare i casi migliorando la diagnostica, l'efficace protocollo operativo del pool specializzato dell'istituto pediatrico Gaslini. Sono i temi al centro del IV congresso nazionale Sids-Alte sulla sindrome della 'morte in culla' (Sids) in programma venerdì e sabato al Cisef di Genova dove si sono dati appuntamento medici dell'infanzia provenienti da tutta Italia. Il punto di partenza sarà il lavoro del Sids-Alte del Gaslini, punto di riferimento nazionale che sta ottenendo ottimi risultati di ricerca e prevenzione per la riduzione della mortalità, la diagnostica, lo studio delle sue cause e il sostegno alle famiglie colpite.
"L'obiettivo è un registro nazionale dei casi di Sids per dare sempre più risposte sulle cause di questo evento tragico - spiega Antonella Palmieri che dirige il Centro Sids-Alte del Gaslini. L'esperienza del protocollo operativo del Gaslini in Liguria ha portato a aumentare le diagnosi su morti in culla".
In Italia i centri principali per la Sids sono a Firenze, Torino, Palermo. In Lombardia sta crescendo l'esperienza di Varese. "Il confronto con gli altri centri è fondamentale, l'obiettivo è fare rete - prosegue Palmieri - Al congresso di Genova si tratterà di multidisciplinarietà e capacità di creare una rete alla luce di esperienze consolidate come il Centro Sids-Alte Liguria. Fondamentale è creare un pool di esperti, dal pediatra al medico legale, dall'anatomopatologo al genetista, assieme a consulenti dell'istituto pediatrico. Occorrono sensibilità, grande professionalità e capacità, oltre a un lavoro lungo e sofferto, per arrivare a dare un perché a una morte in culla. Importantissimi per noi in Liguria sono la collaborazione della Procura della Repubblica e della rete territoriale dei centri di emergenza 118".
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