porti e logistica

Grana per l'Autorità Portuale che ha alleggerito le prescrizioni ambientali
1 minuto e 19 secondi di lettura
Le autorizzazioni che erano state concesse, secondo la Procura della Spezia, con troppa leggerezza, nelle operazioni di dragaggio, sono il motivo del nuovo stop – imposto dalla Corte di Cassazione – alle operazioni nei fondali del porto spezzino. Ora c’è attesa per le motivazioni della sentenza che potrebbero imporre ulteriori rallentamenti e – forse – favorire richieste di risarcimento.

Comunque è un’altra grana per l’Autorità portuale che aveva dato il via libera all’utilizzo di panne mobili – era il gennaio del 2015 – per effettuare i lavori nella zona del Molo Fornelli. Proprio in quel periodo avvenne una diffusissima moria di muscoli, negli allevamenti del golfo della Spezia.

I mitilicoltori e Legambiente avviarono le azioni legali, denunciarono l’accaduto e la Procura accertò che dal Porto era stato dato l’ok ad eludere le prescrizioni legate all’utilizzo di panne fisse che avrebbero escluso la fuoriuscita del materiale dragato dalle zone interessate. Il via libera dell’ente presieduto da Lorenzo Forcieri aveva accelerato i lavori e consentito il passaggio delle navi durante i dragaggi.

Ma il danno (oltre due milioni di euro) subito dai muscolai ha dato il là all’inchiesta: prima la procura ha sequestrato le aree, poi il tribunale del riesame ha revocato il provvedimento. Ora la Cassazione ha imposto il nuovo stop. E al di là del fatto che resta da dimostrare la conseguenzialità tra dragaggio e moria di muscoli, resta difficile da contestare il mancato rispetto delle prescrizioni ambientali imposte dalla Capitaneria di Porto.