Salito alla ribalta per le sue provocazioni contro il governo che l'hanno portato a raccogliere l'elemosina in favore del suo Comune addirittura sulle scalinate della cattedrale di San Lorenzo e per nulla intimorito nello spiegare le sue ragioni davanti al ministro Delrio, adesso, il sindaco di Savignone va oltre.Il tema è quello dell'ansia post terremoto e Antonio Bigotti ha in mente un nuovo progetto: "Vedere quelle immagini così tragiche delle popolazioni colpite dal sisma, per un amministratore e qualsiasi cittadino, rende inevitabile alcune riflessioni. Da sindaco di Savignone mi sento preso in giro da un governo che ha promesso mari e monti e nulla ha dato alle nostre casse per mettere in sicurezza le scuole. Abbiamo partecipato a innumerevoli bandi, alcuni caratterizzati pure da un click da digitare prima di altri colleghi per raggiungere i fondi necessari a mettere in sicurezza i nostri ragazzi. Assurdità italiane. Dunque, solo quando si grida evidentemente veniamo ascoltati e io penso che sarà inevitabile chiudere le scuole se il silenzio sul tema sicurezza continuerà a rivelarsi così assordante".
A Savignone, dunque, la chiusura delle scuole in polemica con Renzi è tutt'altro che improbabile. Ma i disagi alle famiglie? "Crede che non sia una preoccupazione? Ovviamente lo è, ma in questa fase io devo pensare alla sicurezza dei nostri tre plessi sul centro del paese, Isorelle e San Bartolmeo. Se il governo non ci avesse rubato tutti i quattrini di questi anni, a simili lavori avremmo provveduto da soli. E non sono leghista" conclude Antonio Bigotti.
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