Ultimo viaggio della Concordia. Il relitto ha lasciato l'area dell'ex superbacino nel porto di Genova, dove è stato alleggerito dei ponti, per raggiungere l'area delle Riparazioni navali, dove sarà completato lo smaltimento dello scafo. Le operazioni si sono concluse verso mezzogiorno. Per il suo viaggio finale è stata prevista anche una zona Rossa: chiuso infatti il varco di Levante al traffico marittimo fino alla fine delle operazioni, prevista per il primo pomeriggio. Intanto i comitati ricordano: "La città è sotto scacco per la presenza di metalli inquinanti". E i bacini delle riparazioni finiscono sul banco degli imputati.
Oltre a 5 rimorchiatori, coinvolti anche 3 piloti, 4 ormeggiatori, 2 motovedette della capitaneria di porto, una squadra medica e un’imbarcazione per il monitoraggio dell’inquinamento. In tutto impegnate 40 persone.
La Concordia era arrivata a Genova dall’isola Giglio il 27 luglio 2014 quando fu ormeggiata alla Diga Foranea del porto di Pra'-Voltri per la prima fase della demolizione. Poi a maggio dello scorso anno arrivò il trasferimento al molo Ex Superbacino dove sono stati smantellati i ponti dal 2 al 14. Ora l’ultimo capitolo di questa triste storia. Tra sei mesi non rimarrà più nulla del relitto.
"L'operazione era stata studiata nei minimi dettagli, avevamo cercato un assetto che ci permettesse di entrare con minori difficoltà. Abbiamo cercato di proteggere i bordi del bacino perché avevamo ingombri massimi e spazi a disposizione molto limitati, 40 centimetri ai due lati e sotto la chiglia, ma tutto è stato più rapido del previsto". Lo ha detto John Gatti, il capo pilota del porto di Genova che ha compiuto la manovra, spiegando che tutto si concluderà intorno alle 17.
"Noi avevamo preventivato una velocità bassa, per prudenza - continua Gatti - e avevamo stimato circa 8 ore per la manovra. In realtà la nave è scivolata meglio del previsto, siamo entrati subito e l'acqua è defluita bene. Questo ci ha aiutato a far concludere la manovra in tempi ridotti". Il momento più complesso dell'operazione è stato proprio l'imbocco del bacino.
"Levarsi dall'incastro tra i cassoni di prora e di poppa è stato abbastanza agevole - dice Gatti - la traversata non ha avuto difficoltà e anche l'evoluzione è andata bene permettendoci di arrivare davanti al bacino nella posizione ideale. La più delicata è stata proprio l'introduzione della prima parte della nave nel bacino. Ma è andata bene". Il relitto ha compiuto un tragitto di 1,8 miglia all'interno del porto di Genova.
DOTT. VALERIO: "OCCUPARSI DEI RISCHI DELLE DEMOLIZIONI" - Il dott. Federico Valerio, già responsabile Chimica ambientale Ist Genova: "L'obiettivo della valutazione ambientale strategica è di limitare l'impatto di attività di questo tipo sulla salute della popolazione. La politica deve fare il suo. Anzitutto ci sono le leggi da rispettare e poi ci sono le tecnologie per migliorare la situazione. La normativa internazionale ha già individuato che questo problema è da affrontare e la politica genovese non può fare finta di niente. Bisogna tenere presente che economia ed ecologia vanno di pari passo. La Concordia dimostra che le tecnologie le abbiamo e non abbiamo da individuare nienete a nessuno. Spero che anche nell'ordinario ci sia la stessa attenzione".
SILIGARDI: "CITTA' SOTTO SCACCO SOSTANZE TOSSICHE" - "Abbiamo fatto fare un'analisi indipendente. Uno dei materiali che abbiamo trovato in maggiore quantità è l'alluminio. Com'è noto, l'alluminio porta demenza senile, Parkinson e indurimento delle vene. In un chilo di terriccio in via Mylius ne abbiamo trovato 12 grammi. Significa che a meno di 500 metri dalle riparazioni navali tutti i giardini, anche quelli in cui giocano i bambini, sono pieni di alluminio. Ma non solo d'alluminio. Ma anche a Granarolo, a più di 3 chilometri, invece di 12 grammi ne abbiamo trovati 9. Questo significa che tutta la città è sotto scacco di queste sostanze". Così Fulvio Siligardi, presidente del Comitato Porto Aperto.
LA POSIZIONE DEL COMITATO PORTO APERTO - Roberto Righi, avvocato del Comitato Porto Aperto - che da tempo sottolinea i possibili rischi per la salute dei genovesi derivanti dalle emissioni generate da attività come quelle delle riparazioni navali - aveva parlato così, solanto poche settimane fa, della demolizione della Concordia: "è avvenuta in anticipo rispetto all’entrata in vigore del regolamento comunitario sul riciclaggio di navi e probabilmente non sarebbe potuta avvenire come è avvenuta perché non è stata fatta una valutazione ambientale strategica".
LA REPLICA DEL CONSORZIO - Il Consorzio Ship Recycling informa che "il progetto ha anticipato le stringenti normative europee quando ancora non erano in vigore, la valutazione di impatto ambientale è stata ottenuta e si sta lavorando con tutte le autorizzazioni seguendo tutte le normative".
cronaca
La Concordia ha concluso l'ultimo viaggio. I comitati: "Metalli tossici, città sotto scacco"
Alle Riparazioni navali sarà completato lo smaltimento
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