Assaltavano le banche vestiti da finanzieri e con barbe finte, hanno compiuto e tentato almeno 10 rapine, tra Toscana (Massa, Cecina, Lucca) e Liguria, ma sono stati traditi da una dentiera. Una traccia di dna trovata sulla protesi ha permesso di individuare un bandito e da lui ai complici: i carabinieri di Savona hanno arrestato quattro persone. I colpi attribuiti ai rapinatori sono avvenuti tra luglio 2015 e marzo 2016 per un bottino di 145 mila euro. Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi nei confronti di Claudio Russo, 42 anni, Roberto Spagnoletti, 40, Raffaele Di Tavi, 44, torinesi, e Giuseppe Prochilo, 45 anni di Rivoli. Sono accusati di rapina, ricettazione di auto rubata e detenzione di armi (quattro le pistole sequestrate).
Russo e Prochilo erano già in carcere, Di Tavi ai domiciliari, per altri episodi. La dentiera era stata trovata su un'auto rubata usata dai rapinatori dopo un colpo a Chiavari nel novembre scorso. La protesi apparteneva a Di Tavi, già conosciuto dagli inquirenti. Il suo cellulare è stato messo sotto controllo permettendo di individuare gli altri componenti della banda, anche loro con precedenti penali.
L'indagine era partita dalla rapina alla Cassa di risparmio di Savona a Noli (27 luglio, 15 mila euro). A loro sono attribuiti anche i colpi, sempre in banche a Marina di Massa (31 luglio), Massa (7 agosto), Cecina (28 settembre), Lucca (22 ottobre), Chiavari (23 novembre), Cecina (28 dicembre) e in altre città per un bottino complessivo di 145 mila euro. I malviventi su muovevano anche con auto pulite, noleggiate o prestate da amici a cui apponevano targhe rubate. In occasione dei colpi, i mezzi per la fuga erano sempre preceduti da auto non rubate che facevano da staffetta. I rapinatori cambiavano spesso anche le utenze dei cellulari e questo ha complicato le indagini i movimenti.
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