cronaca

Da Sel a Forza Italia, la politica ricorda i fatti del 2001
3 minuti e 2 secondi di lettura
SEL - "Oggi 19 luglio sono passati 15 anni dall'inizio delle giornate di Genova 2001. Giornate che furono straordinarie per la grande partecipazione popolare, per l'impegno civile, sociale e politico di centinaia di migliaia di cittadini, tra i quali la stragrande maggioranza erano giovani. E allo stesso tempo giornate straordinariamente terribili per quella repressione cieca da parte degli apparati dello Stato, per la violenza brutale che ha travolto tutto e tutti e che è servita, innanzitutto, a non dare né ascolto né risposte a quel movimento e all'opinione pubblica di un intero Paese".

Lo dichiarano in una nota congiunta di Sinistra Italiana-SEL il senatore Peppe De Cristofaro, l'onorevole Nicola Fratoianni e Luca Casarini del comitato promotore nazionale di Sinistra Italiana. "Oggi, a 15 anni di distanza, discuteremo e voteremo in Aula al Senato, la proposta di legge sulla tortura di cui l'Italia, vergognosamente, è ancora sprovvista."

"Una legge contro la tortura che in ogni paese civile è presente nell'ordinamento, ma osteggiata in ogni modo dalle destre di tutti i tipi e dai sindacati di polizia, quasi a voler legittimare l'orrore, la sopraffazione, le sevizie come forma di controllo e mantenimento dell'ordine pubblico. La legge che ci apprestiamo a votare - sottolineano - non è quella che avremmo voluto. L'avremmo preferita più chiara e netta nel condannare la tortura, nel difendere le persone e con esse la natura democratica della nostra società. Ma riteniamo questo voto al Senato un fatto politico importante, a quindici anni dai fatti di Genova, dove tortura ci fu, come le sentenze della Corte Europea ci hanno ricordato".

"Accanto al reato di tortura - concludono - occorre proseguire la battaglia per ottenere che anche nel nostro paese le forze dell'ordine possano essere identificate, come avviene in tutta Europa. La legge sulla tortura è qualcosa che difende la democrazia, in un momento in cui guerra e terrorismo la stanno stritolando. Ed è una cosa che dobbiamo a quelle generazioni che a Genova avevano provato a mettere in discussione un ordine globale che oggi si mostra in tutta la sua ingiustizia e disastro. A quindici anni da Genova, noi oggi ci sentiamo ancora lì, al fianco di chi ha sognato un mondo migliore".
 
VACCAREZZA (Fi) - "Sono passati 15 anni dal G8 di Genova e da allora ogni anno si ricorda in piazza Alimonda, Carlo Giuliani. Quando muore un ragazzo di 20 anni è sempre una tragedia, ma non può essere lui l'esempio da seguire". Lo dice il capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria, Angelo Vaccarezza, ricordando i fatti del 2001.

"Non può essere un giovane che sta per lanciare un estintore contro una camionetta delle forze dell'ordine simbolo di pace o democrazia - dice Vaccarezza - i nostri ragazzi hanno bisogno di sapere che la vita è fatta anche di regole e leggi da rispettare. Vivere in una società civile significa rispettare chi garantisce la sicurezza ad ogni costo."

"Non si celebra chi si fa beffe dei tutori della legge - continua Vaccarezza - Non si partecipa a manifestazioni armati di estintore, scagliandosi contro ragazzi in divisa solo perché si vive di piccoli furti, spaccio o perché l'illegalità è una regola. Se la morte di un ragazzo è sempre una tragedia, peggio è quel genitore che trae dalla disgrazia profitto sociale, economico e politico".
 
Vaccarezza conclude con una richiesta per la quale era già stata fatta una raccolta firme: "Per tutte queste ragioni ho chiesto e continuo a chiedere la rimozione del cippo dedicato a Carlo Giuliani in piazza Alimonda".