Tutti sono andati a dormire convinti che non sarebbe cambiato nulla, come dicevano i sondaggi ufficiali. E invece, colpo di scena. Col 51,9% dei voti, il Regno Unito ha scelto: “leave”, lasciare l'Unione Europea. E Brexit sia. Il premier Cameron ha annunciato le dimissioni, i mercati sono crollati, gli euroscettici cantano vittoria e ci si chiede cosa succederà ora. La notizia corre veloce anche sui social, dove il pubblico si divide. Davide Bui, sulla pagina Facebook di Primocanale, fa l'elenco di ciò che potrebbe accadere: “Crollo della sterlina e dei mercati azionari, perdita di diritti e della libertà di circolazione. Oggi non ha vinto la democrazia, ha vinto l'ignoranza. C'era una voglia di cambiamento che sarebbe dovuta essere interpretata in maniera diversa”.
Non è entusiasta nemmeno Agostino Garbini: “Le 'vecchie' generazioni non possono decidere il futuro delle giovani. Consideriamo che il 70% dei giovani ha votato per rimanere in Europa. L'Inghilterra con questo voto ha fatto un pericoloso autogol”.
Sono molte, però, le voci di approvazione. “Forse è meglio che l'Italia inizi a riflettere e fare come loro, se non vogliamo finire male!”, dice Giulia Muià. Mentre Fulvio Lumachi esulta: “Che lezione di democrazia gli inglesi! Contro tutti gli ipocriti del mondo!”
Infine, c'è chi prende a paragone altri Paesi. Fuori dall'Ue, come la Svizzera, che secondo Mario Petternella “va avanti benissimo”, o fuori dall'euro, come Svezia, Norvegia e Danimarca. “Come fanno? - chiede Andrea Cadilli Rispi – il processo sarà lungo, ma una soluzione la troveranno”. Il dibattito va avanti, anche se questa, oggettivamente, sarà una svolta che passerà alla storia.
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