cronaca

In bilico il destino di 140 dipendenti. Domani presidio sotto la Prefettura
2 minuti e 48 secondi di lettura
Annullato l'incontro previsto per domani, 22 giugno, al Ministero dello sviluppo Economico per affrontare il tema dei 140 dipendenti Ericsson che rischiano di perdere il posto di lavoro. Alla base dell'annullamento dell'incontro sembra esserci la decisione dell'azienda di non presentarsi alla riunione.

La notizia ha mandato su tutte le furie i lavoratori, che sono scesi in piazza per protestare. Circa 500 manifestanti si sono recati presso il casello autostradale di Genova Sestri Ponente, che è stato bloccato sia in entrata che in uscita per circa 30 minuti.

La protesta riprenderà domani.
È prevista infatti una nuova manifestazione, che prenderà il via alle ore 9 da Largo Pertini. Il corteo si dirigerà verso la Prefettura. L'intenzione è di stabilire un presidio che vada avanti ad oltranza, fino a quando non sarà annunciata una nuova data di incontro al Ministero.

Questa nuova protesta arriva dopo le giornate di fuoco che si sono vissute tra il 13 e il 16 giugno scorsi, con le ripetute manifestazioni dei lavoratori Ericsson che avevano visto anche la solidarietà dei metalmeccanici e di altri lavoratori, i quali avevano sfilato al loro fianco.

"La decisione di Ericsson la dice lunga sulle reali intenzioni dell'azienda, che non ha presentato alcun piano industriale e manifestato solo l'intenzione di lasciare a casa altri 137 lavoratori genovesi". Lo scrive in una nota Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Genova. Secondo Maestripieri "è necessario che le istituzioni locali si rivolgano subito al Governo perché l'esecutivo intervenga immediatamente e con decisione affinché Ericsson la smetta di considerare l'Italia e Genova in particolare un luogo dove 'prenderne', ad esempio i fondi per il trasferimento agli Erzelli, e non restituire in termini di occupazione e sviluppo". 

"Si tratta di un brutto segnale da parte dell'azienda, ci auguriamo che dietro ci sia la volontà di rivedere i numeri al ribasso, se così non sarà confidiamo in un intervento del Governo", commenta l'assessore Rixi. "Restiamo disponibili a qualsiasi tavolo nazionale - ribadisce Rixi - perché è evidente che un vertenza come quella di Ericsson non può essere gestita a livello locale".

La Regione insomma, sa di avere le armi spuntate. "Ho chiesto agli uffici di tenere fermi alcuni finanziamenti per la ricerca - ha spiegato Rixi - per verificare se ci sono le condizioni anche occupazionali". Si tratta di circa un milione di euro che tuttavia difficilmente saranno sufficienti per convincere Ericsson a cambiare rotta.

"Trovo inaccettabile il comportamento di Ericsson che oggi comunica di non voler partecipare all’incontro organizzato al MISE perché non la ritiene la sede opportuna per discutere dell’attuale situazione di crisi, però invece va benissimo quando si tratta di chiedere finanziamenti”, commenta Stefano Quaranta (Reta a Sinistra), che ha presentato alla Camera un'interrogazione sul tema. 

"Da Ericsson ennesimo schiaffo ai lavoratori, che dimostra ormai la totale perdita di credibilità e autorevolezza da parte del Mise, del Governo e della vecchia politica in generale, che, come Frankenstein, a Erzelli ha creato un mostro su cui ormai non ha più alcun controllo". Così Marco De Ferrari, portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria, commenta la rinuncia dell'azienda svedese a sedersi al tavolo di confronto di domani col Ministero per discutere della crisi occupazionale in atto.