Per sfamare i migranti presenti nella parrocchia di Sant'Antonio a Ventimiglia i volontari hanno dovuto cucinare quasi un quintale di pasta. Basterebbe questo dato per comprendere il peso della situazione che la città di confine sta sopportando ormai da tempo. Stamani le colazioni distribuite sono state circa 400, con i migranti in fila per ricevere un po' di latte, un pezzo di colomba e qualche biscotto.
La situazione all'interno dei locali è sempre più difficile. D'altronde l'accoglienza all'interno della Chiesa di Sant'Antonio era nata come soluzione provvisoria e non può certo reggere ancora per molto. Gli spazi presenti potrebbero infatti accogliere non più di 50-60 persone, mentre adesso il numero di migranti si aggira intorno alle 350 unità. Numero destinato tuttavia ad aumentare, visto che mediamente sono 50 i nuovi arrivi ogni giorno.
"E' una situazione insostenibile, fermateli prima che arrivino in città", dice il sindaco Enrico Ioculano. "Noi cerchiamo di stringere i denti, ma con questi numeri, davvero non si regge. Abbiamo allo studio alcune ipotesi per creare un centro transitorio di accoglienza, ma anche nell'eventualità in cui riuscissimo a reperire i locali, ci vorrà del tempo prima di essere operativi", spiega il sindaco. "Se i migranti non devono più arrivare a Ventimiglia - dice il sindaco, ricordando quanto detto al ministro Alfano - allora che vengano rafforzati i controlli".
Continuano i colloqui tra diocesi e istituzioni per cercare delle soluzioni alternative, quantomeno per l'immediato. In queste ore don Ferruccio Bortolotto ha rilanciato la possibilità di ospitare i migranti all'interno delle strutture del seminario di Bordighera, di cui è rettore. Ipotesi che, tuttavia, difficilmente prenderà corpo a causa del veto posto dal sindaco Giacomo Pallanca.
Intanto, la Caritas ha varato una nuova strategia di accoglienza: "I migranti che vorranno farsi registrare e chiedere asilo in Italia avranno un canale privilegiato; tutti gli altri potremmo assisterli solo qualche giorno", avverte il responsabile Maurizio Marmo. L'idea, emersa al termine del vertice tra Comune e diocesi, è di ospitare non più di 50-70 migranti al giorno: "Non vogliamo identificare nessuno, ma solo conoscere meglio le persone - conclude Marmo - per gestire meglio la loro accoglienza, per questo abbiamo pensato di registrarli".
In attesa che le istituzioni diano una risposta, il peso di tutta l'emergenza resta sulle spalle dei volontari che operano nei locali della chiesa di Sant'Antonio. Volontari costretti a cucinare quasi un quintale di pasta con soltanto due pentole. Se non è emergenza questa...
cronaca
Ventimiglia, quasi un quintale di pasta per sfamare i migranti
Presenze in crescita. Oltre 400 le colazioni distribuite
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