cronaca

Il caso divide i genovesi: abbatterli o provare altre soluzioni?
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Ci risiamo. Per qualcuno brutti e cattivi, per altri teneri e innocenti, i cinghiali sono tornati in massa nelle strade di Genova. Un avvistamento, un altro e un altro ancora, tanto che ormai si parla di nuova emergenza. I pelosi ungulati, però, hanno scelto per soggiornare una città strana, dove gli sport preferiti sono il mugugno e la “rattella”, per usare un altro termine locale. E quindi ecco la guerra tra chi li vorrebbe tutti nel ragù e chi, invece, li nutre e mette in guardia da azioni cruente, ritenute non risolutive.

I quartieri più gettonati sono quelli a ridosso dei monti. Facile, per loro, scendere dalle alture del Righi fino a Oregina e Castelletto. Oppure, dai monti del Levante, farsi vedere dalle parti di San Martino e San Fruttuoso. Quando scelgono di scendere lungo i corsi dei torrenti, la reazione dei cittadini si limita a qualche foto stupita, e nulla di più. Ma quando li si scorge tra le case, ecco che partono segnalazioni, inseguimenti, presidi della Polizia e della Forestale, finché le Guardie zoofile non se ne occupano per ricollocarli altrove, lontano dalla città.

I giardini davanti all'Albergo dei Poveri ospitano ora una mamma con una decina di cuccioli. Aiutati da ignoti animalisti, erano riusciti a sfondare la recinzione. Ma poi sembra che siano tornati da soli nel loro praticello. A prendere le loro difese, in settimana, è stato il Movimento Cinque Stelle, che ha proposto una soluzione preventiva: puntare tutto sulla differenziata per eliminare i rifiuti dalle strade, che secondo questa corrente sarebbero la principale ragione che spinge i cinghiali ad abbandonare i boschi. Sull'altro fronte c'è l'assessore regionale Mai, che in pratica ha detto: “Prima i metodi incruenti, ma poi, se necessario, pensiamo a nuove battute di caccia”. Sulla stessa linea il Comune di Genova con Doria e il suo assessore Porcile.

Gli ambientalisti, ovviamente, insorgono. E anzi, c'è qualcuno che queste bestiole sgrufolanti se le è prese a cuore, al punto di dargli in pasto pane e mele. Come un pensionato genovese, che per questo motivo è stato multato a norma di legge. Ora c'è un cartello che ammonisce: “Vietato dar da mangiare ai cinghiali”. E il pensiero va col sorriso ai famosi eroi di Hanna e Barbera. Con la differenza che qui non siamo a Yellowstone, e che i nostri Piero, Ugo e i vari cinghiali diventati per alcuni le mascotte della città, fanno ben più paura di Yoghi e Bubu.