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Il patron blucerchiato e il paragone col Marchese del Grillo
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Nel magico mondo di Viperetta i giovani calciatori diventano campioni se vivono in una foresteria a ridosso del campo, anziché in un albergo poco distante come era capitato a molti giocatori da Ganz a Obiang; nella “città di Samp & Doria” i soldi non contano, o meglio non contano quelli che spettano agli altri. Anche nel giorno delle nozze d'argento della Sampdoria con lo scudetto, il proprietario che ormai molti tifosi – sull'esempio del capo storico della Sud Enzo Tirotta – disconoscono come presidente è stato prodigo di parole, tanto quelle non costano nulla.

A fronte del crollo agonistico appena consumatosi, dal 7º al 15º posto con 16 punti in meno, Massimo Ferrero continua a ricorrere ai soliti proclami magniloquenti che però eludono la sostanza dei problemi. Gli chiedi come verrà finanziata questa benedetta “Samp Academy” o “Casa Samp” che dir si voglia? "Una parte da noi e dal Credito Sportivo, la seconda una parte da me e da altri finanziatori oppure da noi e dal credito bancario". Idee chiarissime, non c'è che dire, sottendendo quella che il Credito Sportivo eroghi somme a fondo perduto e le banche facciano a gara a dare soldi senza strumenti di autotutela come l'ipoteca sui beni finanziati.

Già, i soldi. Ora il patron assicura di voler rinforzare la squadra, se necessario, con "investimenti". Attingendo a quali risorse, se non gli introiti delle cessioni, resta mistero. Di certo, nella sua visione, il Doria può ancora contare sui 45mila euro che pure un decreto ingiuntivo impone alla società di versare alla parrocchia di Bogliasco. Un giudice dà ragione alla comunità che concede in affitto il campo alla Sampdoria? Nel magico mondo di Viperetta, il decreto non vale: "Contenziosi non ce ne sono, c'era un accordo che don Grilli non rispetta. E allora per pagare e morire c'è sempre tempo".

Insomma, più che le leggi e i codici uguali per tutti, vale il motto di un altro romano, il Marchese del Grillo: “Io so' io e voi nun siete un c...”. Questa è la Sampdoria dove, secondo un certo Fausto Pari, "si pontifica, si fanno appelli ma poi al momento giusto si vende anche l'acqua minerale". E di bollicine, pare, ce ne sono sempre meno.

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