Il grido di battaglia è quello di sempre (We Are Not Going Back) ma i toni di questi giorni si sono alzati notevolmente. I No Borders si avvicinano alla manifestazione di domani (domenica 15 maggio) a Ventimiglia con parole dal significato fortissimo. Sul gruppo Facebook, nato oramai più di un anno fa, gli attivisti parlano di "torture" e "deportazioni" in riferimento al piano deciso soltanto una settimana fa dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. I No Borders contestano in particolare la decisione di allontanare dal territorio di Ventimiglia tutti i migranti - circa duecento - che avevano deciso di non farsi identificare. "A Ventimiglia è in atto una vera e propria caccia all’uomo", attaccano. "Non è più possibile voltarsi dall’altra parte, pensare che non ci riguardi. Bisogna scegliere da che parte stare", scrivono i No Borders, chiamando a raccolta più persone possibili per il presidio che prenderà il via alle 17 davanti al Comune.
Indiscrezioni parlano di una partecipazione che dovrebbe sfiorare le 200 persone. Si attendono prese di posizione dure anche nei confronti del sindaco Enrico Ioculano, che già in passato è stato protagonista di momenti di tensione dialettica con i manifestanti. La speranza dei cittadini di Ventimiglia, che vivono queste ore col fiato sospeso, è che l'innalzamento dei toni non degeneri in atti di violenza.
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