Cronaca

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Il porto si ferma, il suono delle sirene raggiunge la chiesa di san Tommaso Apostolo e San Leone, nel quartiere genovese di Oregina, dove la folla nel sagrato lascia cadere un silenzio irreale, dopo un lungo scroscio di applausi. Applausi che hanno anche accolto il feretro, avvolto da fiori bianchi. Perché Enrico Formenti di anni ne aveva appena quaranta. Una moglie giovane e due bambini piccoli. La sua vita stroncata sui moli del porto, dove nel giorno del funerale i lavoratori si sono fermati per ore, dalle 10.30 alle 13.30, così la Culmv ha detto stop durante il primo turno, dalle 10 alle 13. Tra i banchi della chiesa i colleghi. E molte autorità. Il prefetto di Genova, il presidente della Regione Claudio Burlando e quello della provincia Alessandro Repetto, l’assessore comunale Mario Margini, della regione Enrico Vesco, il console della Culmv Paride Battini. La famiglia chiede che non ci siano telecamere durante la funzione religiosa. Né fotografi a immortalare lo strazio e il dolore di un padre anziano che ha visto perdere il figlio, di una moglie che non vedrà più il marito rientrare a casa la sera e affida all’amica parole di tenerezza per ricordare quell’uomo amorevole. Poche parole anche nell’omelia di don Emanuele Pieropan: “una persona buona, paziente e ora è umanamente impossibile accettare quanto accaduto” ricorda. “Perché le ferite si rimarginano ma non spariscono mai”. A lato il Gonfalone dell’autorità portuale. Dietro gli occhiali scuri gli sguardi sono puntati sulla bara, dove poggiano la sciarpa e la maglia del Grifone….e il suo Genoa che lo attende anche fuori con uno striscione dei tifosi, come lo era Formenti. Genoa e porto nel cuore, lo hanno accompagnato anche nell’ultimo viaggio. Assieme alle lacrime, questa volta, della famiglia.