politica

Affuenza al 32,16%, Liguria sotto la media. Polemiche Renzi-NoTriv
3 minuti e 14 secondi di lettura
Con un'affluenza definitiva del 32,16%, il referendum per abrogare la proroga alle concessioni petrolifere in mare è ufficialmente fallito. Poco importa la vittoria teorica del sì: senza il quorum (50% dei votanti più uno) la consultazione non è valida. Dunque, non verrà cancellata la norma discussa: i petrolieri potranno sfruttare i giacimenti entro 12 miglia dalla costa fino all'esaurimento del materiale da estrarre, e non fino allo scadere della concessione, come invece sarebbe successo se avesse vinto il sì.

Le urne sono rimaste aperte dalle 7 alle 23 per 50 milioni e 786.340 italiani. Poco più di 15 milioni coloro che hanno scelto di esprimere un giudizio sul quesito. La Liguria, che per tutto il giorno aveva dato cifre superiori alla media nazionale, ha chiuso più in basso: 31,62% il dato totale. La provincia che ha votato di più è stata Savona al 33,22%, segue La Spezia col 32,08%, Genova col 31,85% e infine Imperia, 28,06%.

L'unica regione ad aver raggiunto il quorum è stata la Basilicata, col 50,32%. Record di votanti in provincia di Matera: 52,69%. I più astensionisti sono stati invece gli elettori del Trentino Alto Adige, dove l'affluenza si è fermata al 25,16% (record negativo a Bolzano, 17,56%). Allo spoglio hanno vinto ovunque i sì con percentuali tra il 70 e il 90%, con l'unica eccezione del Lazio, dove ha vinto il no con il 75% circa dei voti.


LE REAZIONI - Il comitato 'NoTriv' e il fronte del sì amareggiati per il forte astensionismo, ma anche contenti di "aver fatto parlare 15 milioni di italiani". Forti critiche a Renzi e al Governo per la scelta di non accorpare il referendum alle elezioni amministrative del 5 giugno. Lacorazza, presidente della Basilicata, regione capofila tra le nove che hanno presentato la proposta di referendum, accusa: "Il governo avrebbe potuto scegliere l'election day, risparmiando 300 milioni, o darci più tempo per la campagna elettorale. L'unità non si costruisce con i toni minacciosi del presidente del Consiglio, al quale rispondiamo che non ha paura chi difende i propri cittadini e i propri mari da chi, in questi mesi con lo Sblocca Italia, ne ha messo sicuramente in discussione il futuro".

Renzi risponde alle polemiche: "A qualche Regione che ci ha fatto la morale sulla bellezza del mare dico che è falso difendere il mare o dire di farlo mettendo in difficoltà qualche piattaforma. Come si fa a parlare di mare quando troppe Regioni non utilizzano i fondi europei per pulire le nostre acque?". E ancora: "È ipocrita difendere il mare solo da qualche piattaforma quando alcune regioni si sono disinteressate dei depuratori o addirittura solo dei collettori che portano ai depuratori". Secondo il ministro all'ambiente Galletti hanno vinto "i moderati" mentre perdono "i partiti del populismo ipocrita".

Greenpeace non si rassegna: "Non siamo riusciti a raggiungere il quorum, ma non tutti hanno giocato pulito in questa partita. L'invito all'astensione venuto dal governo rimane una brutta pagina nella storia della nostra democrazia- commenta Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace - invieremo un atto di denuncia alla Commissione Europea" per la violazione della direttiva che prevede che "l'estensione delle aree costituenti oggetto di autorizzazioni e la durata di quest'ultime devono essere limitate". Questa e altre violazioni, spiega Greenpeace, "denotano sistematici aggiustamenti delle norme e dei principi del Diritto comunitario a favore degli interessi dei petrolieri".

Ma di quali 'trivelle' parliamo?
Nonostante i media nazionali abbiano parlato di 'trivelle', si tratta in realtà di piattaforme off-shore, ovvero strutture che estraggono gas metano, e in pochi casi petrolio, da un pozzo già perforato sul fondo del mare. La legge discussa, però, coinvolge solo i siti entro 12 miglia dalla costa (equivalenti a 22,2 chilometri). Che, su un totale di 66 giacimenti, sono 21, circa un terzo. Tutti gli altri, più lontani dal litorale, potranno comunque continuare a estrarre secondo le norme vigenti.