Cronaca

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Prima concreta risposta per la sicurezza sul lavoro, dopo la morte in porto a Genova di venerdì scorso: ieri sera sindacati e istituzioni guidate dal sottosegretario alla salute Gian Paolo Patta (ex sindacalista) hanno raggiunto in Prefettura un accordo per potenziare e soprattutto coordinare la vigilanza antinfortunistica nel porto, dove Asl ed Autorità Portuale spesso si sovrapponevano o lasciavano ampi spazi vuoti. Un'altra intesa sarà proposta ai datori di lavoro ed alle organizzazioni sindacali per un impegno diretto nella gestione della sicurezza. I due accordi saranno ratificati in un incontro già fissato per il 14 maggio nella stessa Prefettura. "Il porto di Genova sarà una delle sedi pilota in tema di sicurezza sul lavoro. Altre in Italia saranno alle acciaierie Ilva di Taranto ed a Terni. Abbiamo raccolto subito l'appello del presidente Napolitano e del presidente Prodi a non aspettare l'approvazione del testo unico, licenziato venerdì dal Consiglio dei ministri, ma ad iniziare da subito un potenziamento dell'attività di vigilanza negli ambiti permessi dalle leggi esistenti", ha detto Patta. Il sottosegretario, le istituzioni e i rappresentanti dei lavoratori hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che prevede tra l'altro che Autorità portuale e Asl costituiscano un unico gruppo di vigilanza, i lavoratori vengano rappresentati in un coordinamento per la sicurezza del lavoro e che all'interno del porto venga collocata una sede della Asl. Tutti soddisfatti i rappresentanti delle istituzioni ed anche dei lavoratori che avevano presentato le loro proposte, in gran parte accolte. "Ci siamo trovati sulla stessa linea - ha affermato il presidente dell'Autorità Portuale, Giovanni Novi - Dobbiamo coordinare i nostri ispettori con le Asl e i sindacati, potenziare il nostro Comitato igiene e sicurezza". "C'é stata la piena accettazione del nostro documento", ha commentato il segretario provinciale della Filt-Cgil, Ivano Bosco. Anche un rappresentante degli "autonomi" di Ponte Etiopia, che nei giorni scorsi aveva partecipato al blocco di lungomare Canepa, Giovanni Ciri, operaio portuale della compagnia Pietro Chiesa, ha riconosciuto: "oggi è andata benissimo, c'era un'aria completamente diversa da quella che abbiamo sentito in questi anni. C'é stata una piena condivisione". In mattinata, mentre i sindacati confederali si riunivano per mettere a punto le richieste da sottoporre al prefetto Giuseppe Romano ed al sottosegretario Patta, poche decine di camalli più intransigenti avevano sfilato in corteo in città, mentre il sindacato autonomo Rdb-Cub indiceva uno sciopero di 24 ore (dopo quello di 48 ore fatto venerdì e sabato dai confederali). Tutto sommato la categoria si è ricompattata e gli stessi 'estremisti' che avevano bloccato lungomare Canepa all'indomani dell'incidente, dando fuoco a copertoni e bancali di legno, hanno contribuito alla redazione delle richieste. Intanto i media 'riscoprono' che ogni giorno si continua a morire per il lavoro e tornano puntualmente a renderne conto: un artigiano muore folgorato a Castellarano (Reggio Emilia), un agricoltore rimane schiacciato dal trattore nel foggiano, uno spazzino cade dal camion e resta gravemente ferito nel salernitano. Ad Andria (Bari) un addetto ad una macchina macina-pietre è rimasto diversi minuti in cima ad un palo per l'elettricità, minacciando di lanciarsi nel vuoto, per protestare contro la scarsezza di procedure antinfortunistiche: un metodo fai-da-te per risolvere i problemi. A Torino la Regione Piemonte dà un giro di vite sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: d'ora in poi, annuncia l'assessore Bruna Sibille, se saranno scoperte violazioni delle norme di sicurezza nei cantieri delle opere pubbliche l'ente potrà revocare i propri finanziamenti. (Ansa)