cronaca

Licenziamenti collettivi alle porte, 4 dipendenti ancora da collocare
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Le copie dei verbali d'assemblea sul padiglione Jean Nouvel, le catene davanti alla sede della Regione, lo stand con scritto 'Fiera di Genova in liquidazione'. È la protesta dei lavoratori dell'ente fieristico genovese, ufficialmente messo in liquidazione dall'assemblea dei soci, ma ancora oggetto di numerose incertezze.

La prima riguarda le ricollocazioni dei dipendenti, con una procedura di licenziamento già avviata. "Mancano ancora 4 posizioni da ricollocare – spiega Silvia Avanzino di Fisascat-Cisl – che per noi sono fondamentali. Dei 39 dipendenti, infatti, 3 hanno un percorso di avvicinamento alla pensione, 12 andranno alle partecipate del comune, uno in Filse, 4 part time in Liguria digitale e infine 15 in un ipotetico ramo d'azienda, di cui – spiegano i sindacati – vogliamo conoscere con precisione asset e piano industriale. Se c'è volontà politica riusciremo a concludere con un accordo”.

Già, il ramo fieristico. Sindacati e lavoratori chiedono con forza a Comune e Regione di chiarire quale sarà il futuro: da un lato quello delle aree, dall'altro quello dell'attività espositiva, che negli anni è stata un motore per lo sviluppo del terziario in città. “La Fiera è centrale per il rilancio della Liguria – commenta Riccardo Serri di UilTucs – serve un contenitore adeguato ai tempi, ma fondamentale per la promozione”.

“Non sappiamo quali saranno le aree – continua Serri – al momento il contenitore individuato è quello del Porto Antico, può essere buono. Ma il Comune in primis deve avere idee chiare e dirle alla città e ai lavoratori”. Ma se l'attività fieristica proseguisse più a Ponente, rimarrebbe un grande punto interrogativo sui padiglioni, su tutti il Jean Nouvel pietra dello scandalo, “un pozzo senza fine” nelle parole di Serri. “Chiediamo alla Regione un passo in avanti ulteriore per definire gli asset futuri. Vogliamo capire in mano a chi andrà la Fiera”, dice Maurizio Fiore di Filcams-Cgil.

Intanto c'è una Fiera Primavera in corso, con posti di lavoro giunti agli sgoccioli: l'8 aprile scadrà la procedura di licenziamento collettivo per cessata attività. “Tutti questi lavoratori sono legati da un unico destino e nessuno deve rimanere per strada”, dicono i sindacati. All'orizzonte ci sono altre manifestazioni, e non manca molto per il Salone Nautico. Un treno che Genova non può permettersi di perdere.