porti e logistica

Disaccordo sugli emendamenti da presentare al Governo
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L’assalto di Liguria e Campania alla riforma portuale slitta di una settimana, un segnale non certamente positivo per le speranze di Savona e Salerno di evitare l’accorpamento delle rispettive Autorità Portuali con quelle di Genova e Napoli.

La notizia è emersa a latere della Conferenza Unificata delle Regioni, che aveva all’ordine del giorno dell'ultima seduta, dopo il rinvio di tre settimane fa, la discussione del parere da rendere al Governo sul decreto legislativo di riforma della Legge 84/94 (legge portuale) elaborato dall’esecutivo su delega del DDL Madia sul riordino della pubblica amministrazione.

Secondo indiscrezioni, infatti, le Regioni non sarebbero riuscite a trovare un accordo e avrebbero quindi chiesto con successo al Governo la dilazione di un’ulteriore settimana di tempo per addivenire ad una proposta condivisa, condizione indispensabile a far sì che l’esecutivo tenga conto di un parere comunque non vincolante.

Come è noto, la fronda era ed è guidata da Campania e Liguria. Le due Regioni vorrebbero una sorta di moratoria basata sul tonnellaggio di merci movimentato dagli scali: sopra una certa soglia, superata nello specifico da Salerno e Savona, l’applicazione della riforma, in primis il previsto accorpamento, sarebbe rinviata per tre anni.

La proposta prevedrebbe in subordine due alternative: il mantenimento tout court delle Autorità Portuali nelle due città oppure una modifica del nuovo articolo 6 introdotto dal decreto legislativo tale da garantire maggiore autonomia ai nuovi “uffici territoriali portuali”, le sedi decentrate, cioè, delle Autorità di Sistema Portuale, che, in base alla riforma, subentreranno alle Autorità Portuali soppresse.

Diverse Regioni, però, avrebbero tirato il freno, temendo presumibilmente ripercussioni in partite di loro più diretto interesse. Fra esse, pare, anche il Piemonte, che, accreditato come schierato coi ‘ribelli’ dei porti, da tempo ha instradato col Governo un dialogo per il potenziamento (e il finanziamento statale) delle proprie piattaforme logistiche (in particolare a Rivalta Scrivia, Novara e Orbassano).

In ogni caso l’esito della delicata partita è slittato a dopo Pasqua, così come l’intesa che le Regioni devono fornire, dopo la bocciatura della Consulta, sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che approva il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica varato l’estate scorsa.