economia

Saldo tra imprese nate e cessate ancora negativo, ma dato migliore dal 2011
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Fare di tutto per vedere il bicchiere mezzo pieno. È lo sforzo richiesto giornalmente alla classe produttiva di questo Paese, costretta a fare i salti mortali per sopravvivere all'interno di un contesto fatto di eccessiva pressione fiscale, iperplasia burocratica e una crisi divenuta ormai cronica. In una situazione del genere, o fai di tutto per vedere il bicchiere mezzo pieno o lo sconforto finisce col prevalere.

Un ragionamento simile deve essere stato fatto anche dalla Confcommercio della provincia di Imperia, nell'analizzare i dati relativi al 2015. L'anno scorso, infatti, il saldo tra le imprese nate e quelle cessate nella Riviera dei Fiori è stato ancora una volta negativo (-146). Non ci sarebbe dunque granché da festeggiare, se non fosse che si tratta comunque del miglior risultato dal 2011 ad oggi. E allora lo sforzo di vedere il bicchiere mezzo pieno ti permette di leggere in quel dato una prima inversione di tendenza, che chissà a cosa potrà portare in futuro.

Qualche dato incoraggiante, che dia manforte a questa speranza, c'è. Dall’analisi - elaborata da Format Research sui dati di Infocamere per la Confcommercio della provincia di Imperia - emerge infatti che aumentano i ricavi delle imprese e migliora la situazione occupazionale. Due aspetti che, insieme a un miglior accesso a credito, contribuiscono a confermare una timida ripresa in atto.

A tirare la carretta sono ancora una volta gli operatori di piccole dimensioni
: in provincia di Imperia il 93% delle imprese ha infatti fino a cinque addetti. Un fenomeno di nanismo imprenditoriale che, seppur presente anche a livello nazionale, risulta più accentuato nella Riviera dei Fiori. Tre imprese su quattro operano poi nel terziario (commercio, turismo, servizi), garantendo un’occupazione ad oltre 30 mila lavoratori (sui 45 mila rilevati nella provincia di Imperia). L'intero comparto, a differenza dell'industria, fa registrare inoltre, per la prima volta dal 2011, il segno positivo nel saldo tra imprese nate e imprese cessate.

Insomma, qualche motivo per essere ottimisti c'è. Certo, non di sola speranza si può sopravvivere. Bisognerà prima o poi mettere mano ai problemi strutturali che interessano l'intero Paese e a quelli che, nello specifico, rallentano la crescita del Ponente ligure. Perché si può fare ogni tipo di sforzo per immaginare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Ma, nella sostanza, quel bicchiere disseterà sempre a metà. Col rischio che, prima o poi, si svuoti completamente.