cronaca

Vittima di un incidente in Catalogna, Chiesa del Gesù gremita
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Centinaia di persone nella Chiesa del Gesù a Genova per l'ultimo saluto a Francesca Bonello. Una cerimonia affollata ma composta, dove le lacrime si fondono coi sorrisi e coi canti, in un clima che è quasi da festa. Proprio come avrebbe voluto lei, "la persona più solare mai conosciuta", come ha ricordato il vescovo ausiliario Nicolò Anselmi che ha presieduto la funzione e che conosceva Francesca dai tempi in cui era capo scout nella parrocchia della Vigne.

La cerimonia è iniziata alle 11.30, segnata dai canti gioiosi, nello stesso spirito della veglia di preghiera di lunedì, da parte di quegli stessi ragazzi che hanno potuto apprezzare la sua gioia e il suo entusiasmo mentre era in vita. A stringersi intorno alla famiglia ci sono tantissimi giovani, compagni di università, amici dei genitori Paolo ed Anna, della sorella Marta e del fidanzato Federico. 

Alle 13.15 il feretro è stato accompagnato fuori dalla chiesa tra musica e battiti di mani.
Tantissime le persone che lo hanno atteso fuori dalla chiesa per renderle omaggio. Piazza Matteotti è stata avvolta da un surreale e rispettoso silenzio. Poi, poco prima delle 14, il carro funebre ha lasciato la piazza per dirigersi al cimitero.

L'INIZIO DELLA CERIMONIA

I suoi coetanei hanno accompagnato la processione iniziale col canto "E sono solo un uomo" ritmato dalle chitarre e accompagnato da un violino. Alcuni ragazzi hanno poi acceso delle candele intorno al feretro di Francesca, sormontato da una corona di rose bianche e da un fazzoletto degli scout. 

IL RICORDO DI PADRE CAVALLINI

Era un inno alla vita. Se Francesca andava incontro alla vita con questo entusiasmo è grazie a voi genitori, voi le avete permesso di viverla. Francesca l’ho conosciuta la prima volta nel 2011 durante l’alluvione. Lei era super critica, con l’allergia al moralismo, poi si aggregò al gruppo, era una ragazza che indagava sulla fede. Al di là della simpatia esuberante e contagiosa c’era una persona che non si accontentava mai, con uno sguardo critico, che non voleva risposte di facciata, superficiali”. Lo ha detto il gesuita padre Francesco Cavallini, rivolgendosi ai genitori, durante l'omelia.

"Con tutti i malvagi che ci sono in giro, perché proprio una giovane ragazza? Perché vincono sempre gli altri? Non se ne esce. Ma voi - ha detto ancora rivolgendosi ai familiari - usate l'amore che avete in circolo, asciugate le vostre lacrime, perché c'è tanto bisogno di amore nel mondo. Non fatevi impantanare dalla tristezza". Poi ha parlato al findanzato Federico: "C'è un versetto del Canto dei Cantici che dice: 'Le grandi acque non possono spegnere l'amore". Custodisci questo amore e Francesca ti custodirà dal cielo".

IL RICORDO DEL FIDANZATO


Poi Federico, con grande commozione, l'ha ricordata così: “La prima volta che ti ho scritto una lettera era per elencarti le cose che mi piacevano di te. Mi piaceva tutto: i tuoi capelli arruffati, la tua risata. Mi sono dovuto fermare perché non avevo più carta per scrivere. E poi, come dicevi tu, sarei stato noioso. Se penso ai momenti che abbiamo passato insieme, mi viene solo da ridere. Con te mi sentivo libero, vero e autentico. Grazie per tutto, mi hai spronato e aiutato. Mi hai coccolato, poche volte perché era da femminucce, ma quando succedeva era la cosa più bella del mondo. Mi hai preparato tanti piatti da finale di Masterchef e io trovavo sempre un difetto. L’ultima volta che ci siamo visti sul pianerottolo ti volevi far abbracciare, dicevi che non ce l’avresti mai fatta senza di me. Ma tu ce l'hai sempre fatta, eri forte. Ora vorrei che tu mi abbracciassi. Che tu possa essere il mio angelo custode”.

Poi ha citato alcune parole di Sant'Agostino: “La morte non è nulla.
Quel che eravamo l’uno per l’altro lo siamo ancora. Parlami come hai sempre fatto, non assumere un tono solenne e triste. Prega, sorridi, parlate di me in casa. Il filo non si è spezzato. Pensi che sia uscito dalla tua vita perché non mi vedi più? Sono solo dall’altra parte del cammino.

IL RICORDO DI AMICI E CONOSCENTI

“Ricordiamo quella palpebra che si abbassava da sola alla prima birra che bevevi. Ma sicuramente continuerai a sorridere da lassù", l'hanno ricordata i suoi amici durante la preghiera dei fedeli. Altre preghiere sono state rivolte da parenti e familiari: "Eri la nostra luce". La sua insegnante di scuola materna: "Sei sempre stata altruista e solare".

Durante il rito dell'offertorio sono stati portati all'altare alcuni oggetti per ricordare Francesca in maniera simbolica: tra questi, un grembiule, segno della sua passione per la cucina e un travestimento per la sua creatività. Durante la lunga Comunione, i ragazzi hanno continuato a intonare canti giovanili, mai tristi: "Su ali d'aquila", "Soffierà" e "Il canto dell'amore".

“Forse l’amore non è trovare l’altra metà. Forse l’amore è avere solo paglia e incontrare qualcuno che abbia solo argilla, e insieme a questa persona iniziare a costruire qualcosa che qualcuno chiamerebbe casa. Ma i materiali sono fragili. Alcuni mattoni che sembrano essere i più solidi si rompono. Federico, tu e Francesca ce l’avete insegnato in questi anni: quando c’era una crepa col vostro sorriso mettevate un altro mattone. Francesca ti ha insegnato a essere la persona che sei ora, che tutti amiamo. Ti prego di costruire questo dono e metterlo in circolo con la stessa energia che ti ha dato Francesca”, hanno detto altri ragazzi.

Poi il saluto toccante di un suo professore universitario: "Francesca, io m’inchino davanti alla tua complessità. Ti cercherò guardando dentro di me. Non sei nella stanza accanto, non dovrò più defilarmi per interrogarti agli esami. Sei nel tutto e sei il tutto. Ti troveremo negli occhi degli altri. Grazie della luce indimenticabile del tuo sorriso. Ciao, Fra"

Poi, ancora gli amici del fidanzato Federico: "Cara Francesca, ti abbiamo conosciuto all’inizio del nostro viaggio verso la laurea. La tua allegria ci ha conquistato. Eri molto di più che la fidanzata del nostro migliore amico, eri la nostra migliore amica. Insieme a te era bello sorridere, mangiare e perfino litigare. Stai vicino a chi ti ha sempre amato".

"Tutta la Comunità di Vita Cristiana vi vuole bene. Ma cos'è il Paradiso? Un anticipo del Paradiso è qui, nella comunione dei santi. Saremo con lei per sempre. La comunione ci faccia gustare il fiore dell'eternità", è il saluto portato da un altro padre gesuita in rappresentanza della Cvx italiana.


IL RICORDO DEL CARDINALE BAGNASCO


“Cari genitori, cari amici, le parole fanno fatica a salire dal cuore perché in certi momenti sembrano e sono così insufficienti, inadeguate e limitate. Ma lasciamo spazio alla parola della fede. La fede che abbiamo ricevuto in dono sappiamo che non è una luce che rischiara tutti i misteri della vita, ma è una lampada che illumina un passo alla volta nella notte della nostra esistenza, che ci dà la possibilità di andare avanti momento dopo momento, che ci assicura che non siamo soli ma che in qualunque circostanza della nostra vita Dio è con noi. Perché attraverso il mistero dell’incarnazione ci ha preceduto, perché voleva che noi lo incontrassimo in tutte le situazioni della nostra vita terrena: le gioie, le preoccupazioni, le paure, le sofferenze", ha detto l'arcivescovo di Genova prima del saluto finale a Francesca

"È questa la parola della nostra fede che sicuramente sarà per voi che avete voluto bene a Francesca un conforto, una grande forza, sapendo che i nostri addii, nella luce della fede, sono sempre un arrivederci, un appuntamento. Camminiamo come pellegrini dalla terra al cielo, dalla finitezza all’infinito. Sappiamo che, giovani o meno giovani, siamo impastati di una grande nostalgia, la nostalgia di una bellezza, di una vita, di un amore che non hanno tramonto. È a questo che a Dio ci chiama, a volte inspiegabilmente, prima dei tempi secondo i nostri modi di pensare e di contare”, ha concluso.

Durante l'omaggio finale al feretro, i ragazzi che hanno animato la cerimonia hanno cantato "La gioia". Padre Cavallini ha chiesto a tutti di partecipare e di offrire il canto a Francesca.

IL RITORNO IN ITALIA - La salma era tornata in Italia nella notte, su un aereo dell'aeronautica militare
 atterrato a Pisa all'aeroporto 'Arturo Dall'Oro' pochi minuti prima delle 23. Lo stesso velivolo ha riportato in patria tre delle sette studentesse italiane morte domenica scorsa: Francesca Bonello, Serena Saracino ed Elisa Scarascia Mugnozza. Le tre salme a bordo di carri funebri hanno poi proseguito rispettivamente per Genova, Torino e Roma. Ad accogliere i corpi delle giovani vittime c'era il ministro dell'Istruzione università e ricerca Stefania Giannini. All'aeroporto anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e il prefetto Attilio Visconti ed un picchetto d'onore della 46/a brigata aerea dell'Aeronautica militare.

AUTISTA DEL BUS MALEDETTO IN GRAVI CONDIZIONI - Si sono aggravate nelle ultime ore le condizioni dell'autista del bus degli studenti Erasmus: l'uomo, 63 anni, ricoverato per una contusione polmonare provocata dalla cintura di sicurezza, ha avuto nelle ultime ore uno 'shock settico' e le sue condizioni sono ritenute critiche, ha riferito il ministro catalano della Sanità Antoni Comin. Il suo interrogatorio, considerato cruciale per capire che cosa sia successo, da parte del gip che indaga sull'incidente è stato rinviato a causa delle sue condizioni di salute.