cronaca

Sequestrati beni per oltre 1 milione di euro, coinvolti anche i pompieri
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Nuova bufera sul mondo dei rifiuti a Genova. I Carabineri hanno scoperto un giro di illeciti, appalti truccati, falsi e corruzione che coinvolge dirigenti e dipendenti di Amiu, la ditta appaltatrice Switch 1988 spa, principale subappaltante per la raccolta differenziata dei rifiuti, oltre ad alcuni enti e funzionari pubblici.

I Carabinieri del nucleo ambientale hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e una serie di perquisizioni e sequestri di beni. Sono trenta le persone indagate.

DIFFERENZIATA IN DISCARICA - Tra i particolari più inquietanti emersi dalle indagini, l'abitudine di conferire i rifiuti riciclati dai genovesi direttamente in discarica a Scarpino. Secondo le indagini svolte dai militari diretti dal maggiore Massimiliano Corsaro, comandante gruppo carabinieri per la Tutela Ambiente di Milano, fra il 2010 e il 2013 circa il 30% dei rifiuti da riciclare sono stati gettati dagli operatori della Switch a Scarpino. L'Amiu in quegli anni dichiarava percentuali di rifiuti riciclati intorno al 35 e 40%. In realtà la differenziata, a detta dei carabinieri, era circa il 10%.

CHI SONO I FERMATI -
Arrestati con l'accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la Pubblica amministrazione e al traffico illecito di rifiuti, Maurizio Dufour, socio e presidente del cda di Switch 1988 spa, Roberto Curati e Stefano Ionadi, rispettivamente socio e dipendente della stessa società, Massimo Bizzi, dirigente di Amiu Genova e i dipendenti Roberta Malatesta, Tonito Magnasco e Claudio Angelosanto. Sono tutti stati posti ai domiciliari. Trenta le persone indagate, sequestrati beni per 1 milione di euro.

LA POSIZIONE DI AMIU - Il presidente Marco Castagna, interpellato da Primocanale, precisa che "Amiu si è costituita parte offesa, perché a suo danno si sono verificate violazioni delle norme di legge e anche l'ipotesi di truffa, e si costituirà parte civile non appena cominceranno i processi. Valuteremo nei prossimi giorni l'adozione di eventuali provvedimenti disciplinari". Castagna, poi, specifica che "i reati contestati riguardano gli anni passati, fino al 2013, mentre ora abbiamo fatto un deciso cambio di passo, con la raccolta porta a porta e il nuovo sistema di raccolta elaborato con Conai".

APPALTI AL RIBASSO - Le indagini riguarderebbero appalti aggiudicati con ribassi definiti 'vertiginosi' e 'fuori mercato' (talvolta anche del 50%). In alcuni casi, vinti da Switch 1988 Spa perfino "quando la stessa società non era in possesso dei requisiti richiesti dal bando di gara". Salvo poi compensare con assegnazioni extra per garantire profitti alla società privata.

RIFIUTI FANTASMA - Si sarebbe arrivati a simulare centinaia di ritiri di rifiuti ingombranti a domicilio in realtà inesistenti, falsificare la relativa documentazione, aumentare sistematicamente i quantitativi di rifiuti smaltiti per conto del Comune, effettuare smaltimenti di rifiuti gratuiti nei confronti di vari enti pubblici istituzionali e forze di polizia, facendo poi figurare falsamente tali rifiuti come se fossero stati rinvenuti abbandonati sul territorio comunale, incassando così indebitamente il previsto compenso per bonifica straordinaria del territorio. Per gli inquirenti "l'indagine fa emergere un ramificato sistema corruttivo ai danni dei genovesi e dell'ambiente". 

ANCHE IN CARCERE E IN CASERMA - Ritiri di rifiuti elettronici pericolosi o detriti da demolizione fatti gratuitamente, ma poi pagati dai contribuenti, anche al carcere di Marassi o alla caserma dei carabinieri Vittorio Veneto. Per questi episodi, di cui il gip Roberta Bossi parla nella sua ordinanza di custodia cautelare che ha portato ai domiciliari sette persone, i pubblici ministeri Paola Calleri e Francesco Cardona Albini stanno valutando le posizioni dell'ex direttore del carcere Salvatore Mazzeo e del tenente colonnello Massimo Milli. I dipendenti Amiu Roberta Malatesta, Claudio Angelosanto e Tonito Magnasco, organizzano il ritiro gratuito di numerosi Raee (rifiuti elettronici) a Marassi e li trasportano senza alcun formulario nel centro raccolta di corso Perrone, come se si trattasse di rifiuti abbandonati in strada. Nel computer della Malatesta, i carabinieri del Noe hanno trovato il verbale di ritiro gratuito per smaltimento firmato da una dipendente del carcere e dall'ex direttore Salvatore Mazzeo. "Con questa condotta - scrive il gip - gli indagati hanno procurato un ingiusto vantaggio all'amministrazione penitenziaria, consistente nel risparmio dei costi che avrebbe dovuto altrimenti sostenere". L'episodio della caserma invece riguarda un accordo tra Milli e Malatesta, alla quale viene contestato il reato di truffa aggravata. Milli, secondo quanto si legge nell'ordinanza, avrebbe contattato Malatesta per chiedere di smaltire detriti di demolizione e dove poteva conferirli a basso costo. Viene organizzato il trasporto con al seguito anche un camion dei carabinieri verso la discarica di Scarpino.

TUTTI GLI ALTRI SITI - Si va dal Distav dell'Università di Genova all'Hospice Gigi Ghirotti, dal centro balneare della polizia di Stato alle Terme di Genova. E ancora, la caserma della polizia Ilardi di Sturla, lo stadio comunale Luigi Ferraris, la Spim (società per il patrimonio immobiliare del comune di Genova), l'istituto scolastico Fermi, il Salone Nautico. Per ottenere i soldi, la maggior parte delle volte veniva gonfiato il peso effettivo del materiale ritirato e i rifiuti venivano classificati come materiale ingombrante proveniente dalla raccolta sul territorio.

COINVOLTI TRE POMPIERI -  Secondo quanto accertato dai militari, il sistema era ormai talmente collaudato che veniva applicato anche in circostanze non prevedibili come per esempio un incendio che si era sviluppato nello stabilimento della Switch dopo la rimozione intenzionale dei sistemi di sicurezza di alcuni macchinari per permettere il funzionamento oltre i limiti previsti dal progetto. Un gruppo sportivi dei Vigili del fuoco avrebbe ottenuto una sponsorizzazione di 800 euro come 'indennizzo' per evitare una denuncia penale. Tre pompieri avrebbero accettato dal rappresentante legale della Switch Maurizio Dufour (arrestato stamani e posto ai domiciliari) la somma di 800 euro a titolo di sponsorizzazione per omettere la segnalazione all'autorità giudiziaria di quanto avvenuto quel giorno nell'impianto. 

LA TELEFONATA - Nella telefonata tra il responsabile commerciale della Switch Ionadi e il responsabile delle autorimesse Amiu Angelosanto si parla della necessità di stoppare la segnalazione all'autorità giudiziaria. Angelosanto: "ci ricevono un attimo... andiamo lì.. da questi due che conosco io che sono due ufficiali". Ionadi: "Avviso Dufour che verrà anche lui". Angelosanto: "Facciamo quattro chiacchiere, io ho già un po' anticipato, gli ho detto cercate un attimo di bloccare... sai.. di non... loro mi han detto sì sì". In una successiva conversazione telefonica Angelosanto chiede a Dufour "come era andata lì" e se erano "riusciti a metterci... una pezza". Dufour risponde affermativamente e aggiunge di aver incontrato un "collega che gli aveva dato indicazioni su come effettuare la sponsorizzazioni "e m'ha detto così per far le sponsorizzazioni e gli ho detto che sicuramente qualcosa facciamo (...) e m'ha detto che su quel lato lì m'ha detto che non ci sono novità mi sembra che sia tutto rientrato e m'ha detto che comunque se ci fossero novità ... la teniamo al corrente".Secondo quanto accertato dai carabinieri Dufour era riuscito a evitare la denuncia con la compiacenza di alcuni vigili del fuoco in cambio di alcuni 'favori' come la sponsorizzazione per una squadra sportiva. Nei confronti dei pompieri è in corso il procedimento per l'interdizione dai pubblici uffici.

I LEGAMI CON MAMONE -
L'operazione, secondo quanto spiegato dagli stessi carabinieri, rappresenta la prosecuzione dell'attività che il 13 novembre 2014 aveva portato all'arresto dei fratelli Mamone e della famiglia Raschellà e dell'allora dirigente dell'ufficio acquisti dell'Amiu Corrado Grondona, che in questa tranche dell'indagine è stato denunciato per associazione per delinquere, corruzione e reati ambientali e contro la pubblica amministrazione.

LA REAZIONE DEL SINDACO DORIA - "L'amministrazione comunale conferma la piena volontà a collaborare, come ha sempre fatto, con la magistratura per fare chiarezza su tutto ciò che riguarda le attività delle aziende del Comune e quindi anche di Amiu. L'obiettivo comune di Palazzo Tursi e di Amiu Genova è garantire la trasparenza su scelte e procedure adottate nella consapevolezza dell'importanza del servizio svolto e del fatto che ad esso si dedichino tantissimi lavoratori, di ogni livello, impegnati con serietà nello svolgimento delle proprie mansioni. Sulla base di queste convinzioni la nostra azione è e sarà sempre volta a tutelare il servizio, l'Amministrazione e gli interessi dei cittadini nel doveroso rispetto della legalità".