Partirà proprio dalla Liguria la campagna referendaria contro le trivelle in mare, in vista della consultazione popolare del prossimo 17 aprile. Per la prima volta, il referendum abrogativo è stato indetto direttamente dalle Regioni: nove quelle che hanno aderito, e la Liguria lo ha fatto attraverso i due referenti regionali Gabriele Pisani (Movimento Cinque Stelle) e Gianni Pastorino (Rete a Sinistra). Campagna trasversale? Sì, ma senza il Pd. Al tavolo sono state convocate le associazioni ambientaliste e i rappresentanti del comparto marittimo e costiero. Il coordinamento regionale NoTriv ha incassato anche l'appoggio di Angelo Vaccarezza, capogruppo regionale di Forza Italia. La campagna sarà per il "sì": sì ad abrogare la legge che apre alle trivellazioni nel Mar Mediterraneo.
Tutti contro i petrolieri, tranne il partito di Renzi, che proprio dai promotori è accusato, tra l'altro, di aver fatto un'altra "scelta infausta", quella di aver deciso per un referendum-lampo impedendo "una corretta informazione alla cittadinanza" e sperperando 300 milioni di euro anziché "accorparlo alle prossime elezioni amministrative. Ma lo hanno fatto apposta - dicono i consiglieri di M5S e Rete a Sinistra - per non mandare la gente a votare. Renzi è diventato il nume tutelare delle grandi compagnie petrolifere”.
Resta comunque da notare un'adesione massiccia al di là del colore politico. Commentano Pastorino e Pisani: "A questo comitato referendario hanno aderito regioni di centrodestra e di centrosinistra, indifferentemente al colore politico. Stavolta c’è in gioco qualcosa di più grande: la salvaguardia del mare e dei litorali, la difesa della pesca, l’uso ecocompatibile del nostro territorio a fini turistici”.
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